Apple fa i conti. Si quella dell’iPhone, quel cacchio di meraviglioso aggeggio che ha cambiato il modo di stare al mondo.
Beh, per tutto quanto fatto, dioglienerendamerito!
Essì, il Mercato già glielo rende: terzo trimestre record per quelli di Cupertino che si sono lasciati alle spalle il migliore anno di sempre, grazie a un aumento dei prezzi degli iPhone e a livelli senza precedenti delle vendite.
Nel terzo trimestre 2018 i profitti sono saliti del 32%, a 14,13 miliardi, mentre i ricavi sono aumentati di quasi il 20% a 62,9 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente.
Beh, ottimo direi ma… il titolo crolla in Borsa con un tonfo di quasi il 7%.
Cavolo, epperchemmai?
Beh, accade che durante la call con gli analisti, il Cfo annuncia che Apple non pubblicherà più il numero di iPhone, iPad e Mac venduti.
Che dire, una reazione a caldo della Borsa ci può stare. E a freddo?
Diamo un’occhiata: Apple dal 19 Giugno 2007, tra riffe e raffe, produce e mette in vendita 19 modelli di iPhone. Non paga, adesso aumenta pure il prezzo.
Vabbè… ma non c’è trippa per gatti se, secondo i dati diffusi da Eurostat, il tasso di disoccupazione nella zona euro si è attestato a luglio 2017 al 9,1% dato più basso dal novembre 2008.
C’è pure chi sta peggio. In Italia il tasso di disoccupazione giovanile, che era pari al 21,2% nel 2008, arriva al 34,5% del terzo trimestre 2017.
Essì quei giovanotti, tutti smartphone/distintivo e senza quattrino, come li acchiappi?
A meno che…ecco si, i Sindacati. Presi per la giacchetta, si spendono nel chiedere “la creazione di una pensione contributiva di garanzia che valorizzi anche i periodi di discontinuità lavorativa, di formazione, di basse retribuzioni nell’ottica di assicurare, nel futuro, a questi giovani un assegno dignitoso”.
Dignitoso?
Approposito di dignità, giorni addietro l’Antitrust ha multato Apple insieme a Samsung per “Aggiornamenti software con l’intento di rendere vecchi i loro smartphone”. Et voilà, si commina la prima condanna al mondo per obsolescenza programmata!
Bella no?
Ricapitoliamo: pochi soldi nelle tasche della gente, troppi smartphone in giro, trucchi per smaltirli, vacilla pure la loro “perfezione” : Apple Watch, pare che l’ultima release provochi un blocco anomalo ad alcuni modelli più recenti. La premiata Ditta, ha interrotto il rilascio degli aggiornamenti.
Chiosiamo: Signori di Apple volete fare, con operazioni di accatto, giochi di prestigio? I Sindacati d’ achito, con la dignità salariale, fare le nozze con i fichi mosci?
Ennò Signori, la crescita si fa con la spesa che acquista, magari proprio quegli smartphone. Già, non basta solo produrli, ancor meno poterne acquistare solo con quei redditi dignitosi con i quali a mala pena si mangia!
Ei psst: quando l’AD di Apple ha fornito previsioni deludenti per il trimestre in corso, attribuendole alle “incertezze macroeconomiche che si intravvedono”, forse sta pensando che quei fichi mosci diverranno secchi?
Forse si. Gira voce che la società abbia comunicato a due aziende che assemblano smartphone di bloccare i piani di ulteriori linee di produzione dedicate all’iPhone XR.
Uh uh, loro si attrezzano riducendo l’eccesso di offerta, così ahiloro pure il fatturato; quelle due aziende ridurranno prima la produzione poi l’organico, i malcapitati avranno meno soldi da spendere. Il mercato, marcherà visita e quelle incertezze macro aumenteranno ancor di più e…. trallalero, trallallà!
Mauro Artibani, l’Economaio
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Apple, quei fichi mosci diverranno secchi!
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