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Nassiriya 15 anni dopo. E il continuo sforzo dell’Italia per la sicurezza e la stabilità

Quindici anni fa, la giornata più buia per la partecipazione italiana alle missione internazionali. Operazione antica Babilonia, base Maestrale di Nassiriya, sud est dell’Iraq. In Italia sono circa le 8:40 del mattino, quando un’autocisterna piena di esplosivo si dirige a tutta velocità sulla struttura, salta in aria e innesca l’esplosione del deposito munizioni. Il boato è assordante. Perdono la vita in 28. Tra questi ci sono 19 italiani, di cui dodici Carabinieri e cinque militari dell’Esercito.

Da allora, Nassiriya identifica per l’Italia uno degli avvenimenti più tristi della storia repubblicana. Dal 2009, il 12 novembre è la Giornata del ricordo dei Caduti nelle missioni internazionali per la pace, celebrata anche quest’anno con la deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria, a Roma, da parte del ministro della Difesa Elisabetta Trenta, accompagnata da tutti i vertici delle Forze armate. Lo stesso gesto era stato compiuto precedentemente a Parco Schuster, sempre a Roma, dove è collocato il monumento per i caduti di Nassiriya. Poi, nella Basilica di S. Maria in Ara Coeli, la messa celebrata dall’ordinario militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, in suffragio dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.

“Siamo qui per dire ai nostri Caduti che non li abbiamo dimenticati, per dire che il loro sacrificio non è stato vano, ma soprattutto per dire che non abbiamo dimenticato il motivo per cui hanno pagato un prezzo così alto”, ha detto il ministro Trenta. “Siamo qui perché vogliamo dire che la loro memoria non appartiene solo alle Forze armate, né alle istituzioni, né ad una parte politica, ma è patrimonio prezioso e indivisibile dell’intera collettività”, ha rimarcato. “Insieme ai Caduti militari ricordiamo anche numerosi italiani che hanno contribuito alla costruzione della pace nel ruolo di operatori di organizzazioni internazionali, volontari, lavoratori di agenzie private, rappresentanti del mondo dell’informazione”.

“Quindici anni or sono – ricorda il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – il barbaro attentato di Nassiriya stroncò la vita a diciannove italiani, unitamente ai colleghi iracheni, nell’attentato più grave subìto dai nostri contingenti schierati nelle missioni di pacificazione, condotte in tante aree di crisi e contro il terrorismo transnazionale. I militari e civili che, a rischio della propria incolumità, fronteggiano molteplici e diversificate minacce in tante travagliate regioni del mondo, sono l’espressione di un impegno della comunità internazionale che vede il nostro Paese credere fermamente nella necessità di uno sforzo unitario per la sicurezza e la stabilità, per l’affermazione dei diritti dell’uomo. Soltanto una intensa collaborazione tra i popoli – ha rimarcato il capo dello Stato – può aiutarci a sconfiggere le tenebre della violenza e a offrire un futuro all’umanità. Con questi sentimenti, rinnovo la vicinanza ai familiari di ciascuno e partecipo al loro dolore”.



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