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Genova, dire di voler fare la Gronda bassa vuol dire non fare la Gronda

Di Alberto Pandolfo

Il progetto della Gronda si potrebbe già considerare nella fase di realizzazione: è stato autorizzato il piano finanziario, si può procedere con gli espropri, sono in corso gli affidamenti per la fase esecutiva, e i cantieri potrebbero già partire nel 2019. È un’opera fondamentale per la Liguria e per Genova, ecco perché oggi sentir parlare di “Gronda bassa” – quindi un altro progetto – significa non volerla fare, perché ripartire da zero con progettazione e l’iter di approvazione dell’infrastruttura, vuol dire buttare nella spazzatura anni di lavoro.

Genova, la Liguria e il Paese hanno bisogno di scelte chiare, concrete e rapide sulle infrastrutture. I cittadini, i lavoratori, il mondo produttivo, gli operatori portuali non possono più assistere e subire il vergognoso tiremmolla di questo governo sulle opere pubbliche, indispensabili per lo sviluppo del territorio.

Ogni giorno la maggioranza gialloverde si esprime in maniera contrastante, con l’unico obiettivo di trovare un punto di equilibrio che accontenti sia Lega che M5S, lasciando da parte i bisogni della città, della regione e del Paese.

Come se non bastasse quanto avvenuto e sta avvenendo per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera e per il Terzo Valico, in termini di ritardi e di rifiuti a prescindere in nome di assurdi preconcetti e di una fantomatica decrescita infelice, adesso è il turno della Gronda.

La Gronda va fatta subito e ci sono già tutte le condizioni per partire e non perdere tempo prezioso.

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