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Global compact? Per la Lega la strada è quella degli accordi bilaterali. Parla Iwobi

Il prossimo 10 e 11 dicembre i Paesi membri dell’Onu saranno chiamati a firmare il “Global compact for safe, orderly and regular migration” e il “Global compact on Refugees”. Al processo, iniziato più di un anno fa, l’Italia non ha ancora comunicato la sua adesione mentre si ingrossano le fila dei Paesi che se ne stanno sfilando. Stati Uniti, Ungheria, Australia e Austria hanno già comunicato il loro “no” mentre Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca e Polonia si sono dette non favorevoli alla firma degli accordi. L’atto, in ogni caso, non avrebbe forza di legge ma sarebbe un documento di indirizzo per normative future.
Di questo, e dell’opportunità dell’Italia di aderire o tenersi fuori dai giochi, si è parlato nel corso della conferenza “I global compact su migrazioni e rifugiati”, tenuta dal Centro Studi Machiavelli e che ha visto la partecipazione del Senatore Manuel Vescovi (Lega – Commissione Esteri), Carlo Sacino, analista indipendente autore del report sui global compact e Daniele Scalea del Centro Studi Machiavelli. Presente in sala, tra il pubblico, anche il senatore della Lega Toni Iwobi (Commissione Affari Esteri).

GLOBAL COMPACT IMMIGRAZIONE: I PUNTI CRITICI

Secondo l’autore del report sono diversi i punti critici del Global compact sull’immigrazione: prima di tutto la descrizione dell’immigrazione come un fenomeno in grado di aumentare il benessere del Paese ospite. Posizione contro la quale la Lega si è più volta dichiarata più che perplessa. Inoltre, come fa notare Sacino questa impostazione non terrebbe conto del benessere dei Paesi dai quali partono i migranti i quali si vedrebbero defraudati delle loro risorse umane migliori che scelgono di “delocalizzarsi” nei Paesi occidentali. L’autore rintraccia altre criticità rispetto ai contenuti del contratto di governo nel paragrafo 24 nel punto in cui il documento chiede agli Stati firmatari di “Assicurare che l’assistenza di natura umanitaria non sia considerata illegale”. Questo richiamo, seppur generale, sarebbe un riferimento diretto all’attività delle Ong nel Mar Mediterraneo. Potenzialmente critico anche il paragrafo 33 che chiede ai “professionisti dei media” di utilizzare “terminologia” etica, secondo l’autore un possibile cavallo di Troia per istituzionalizzare un linguaggio politicamente corretto.

IWOBI: “GLOBAL COMPACT? DOBBIAMO DECIDERE MA LA STRADA DA SEGUIRE È QUELLA DEGLI ACCORDI BILATERALI”

Ma qual è la posizione del governo italiano sui due Global compact? “Sul punto abbiamo idee ben chiare, ci sarà a breve una discussione interna alla Lega” – dice a Formiche.net Toni Iwobi – “dopo di che sentiremo il nostro segretario federale, nonché ministro dell’interno (Matteo Salvini n.d.r.) per decidere insieme quale strada intraprendere in quest’ambito. A breve comunicheremo quale sarà la posizione della Lega che dovrà poi accordarsi con gli alleati di governo del M5S”. Se, nello specifico, non è stata ancora presa una decisione da parte del governo italiano la posizione della Lega è chiara. “Noi nel rispetto della legge” – dice il senatore Vescovi dal palco – “diciamo “sì” a chi viene da un Paese in cui imperversa la guerra ma i flussi migratori che abbiamo visto negli ultimi 5 anni non sono sostenibili per il nostro Paese”. Nel contratto di governo il tema dell’immigrazione viene affiancato a quello della cooperazione allo sviluppo nei Paesi di più intensa emigrazione, argomento appena accennato nel documento Onu. “Il governo ha tanti progetti sul tavolo in materia di cooperazione internazionale. Io solo un mese fa sono stato all’Onu, abbiamo discusso e stretto accordi con diverse Nazioni del terzo mondo, in particolare con l’Africa Sub Sahariana” – continua Toni Iwobi ai nostri microfoni – “Abbiamo raggiunto intese bilaterali con questi Paesi che dobbiamo, chiaramente, concretizzare in atti formali. Io stesso ho avuto modo di parlare con il presidente del mio Paese d’origine, il Senegal, con cui abbiamo concordato linee da seguire. Due settimane fa il ministro Salvini si è recato in Ghana e il prossimo passo è la Nigeria, un Paese dal quale partono tante, troppe persone ogni anno. I prossimi passi prevedono accordi bilaterali, che sono il vero punto di svolta per la gestione fruttuosa dei flussi migratori, certo c’è bisogno di un po’ di tempo.


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