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Quiz dal manuale del perfetto governante sul decreto Genova, anzi Emergenze

Di Davide Maresca

Trascorsi quasi tre mesi dalla tragedia del crollo del Ponte Morandi, si è assistito ad un rimpallo tra le forze politiche per l’approvazione del c.d. decreto Genova, ribattezzato decreto Emergenze. Quiz dal manuale del bravo governante: cosa deve fare uno Stato se cade un ponte?
a) Si assicura che venga ricostruito nel modo più veloce possibile;
b) Adotta un decreto legge e discute della sua conversione per oltre tre mesi.

Ovviamente la b). Quale migliore occasione per far tornare lo Stato padrino (o patrigno) che, esercitando un potere apparentemente assoluto, punisce i colpevoli e dà sollievo ai cittadini?

In uno Stato di diritto (come la nostra Costituzione sembra designare e il diritto europeo consolidare), il proprietario (cioè il concessionario) del Ponte lo ricostruisce subito, senza tante storie e assumendosi tutti i costi (come avvenuto per l’incidente di Bologna ad inizio agosto, ad esempio), e risarcisce i soggetti danneggiati sulla base di una sentenza di un giudice (oppure anche prima se riesce a transigere). Questo è quello che l’ordinamento imporrebbe.

Eh invece no. Passa il tempo e viene adottato il decreto legge che prevede la nomina di un commissario che affida la ricostruzione a qualcuno di diverso dal concessionario (perché forse è responsabile), quantifica i danni a persone e imprese e li chiede in via unilaterale sempre al concessionario. Parallelamente il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sbandiera la volontà di revocare la concessione, cosa che sostanzialmente rischierebbe di togliere al concessionario le risorse per ricostruire ed eventualmente risarcire.

Intanto passa il tempo, la procura indaga e, tra gli indagati, non c’è solo il concessionario ma anche il ministero stesso. Chi se lo sarebbe aspettato? Chiunque conosca le basi della ripartizione della responsabilità tra concedente e concessionario e chiunque sia in grado di distinguere le responsabilità politiche delle persone (ministri) da quelle giuridiche (il ministero).

Passa il tempo, il commissario è individuato ma non è nominato (il decreto del presidente del Consiglio di nomina non è ancora stato pubblicato). Si aspetta la conversione in legge. Ai mal informati si può specificare che il decreto legge ha già la forza di legge ed è pienamente applicabile da subito (senza che sia necessario aspettare la conversione).

Convinti che la conversione in legge possa diventare il momento in cui la discussione arrivi ad un livello minimamente superiore, si rimane sorpresi del contrario; il decreto diventa sempre di più una sorta di sentenza ancora più perentoria: il concessionario è escluso, ma deve pagare quanto dice il Commissario, senza se e senza ma.

Insomma il Commissario ha poteri divini, è uno e trino:
a) Affida i lavori di ricostruzione del ponte: potere esecutivo;
b) Individua le regole da applicare a costruzione e risarcimento (anche derogando le leggi vigenti, salvo quelle antimafia): potere legislativo;
c) Decide quanti soldi deve pagare il concessionario per risarcimenti e ricostruzione: potere giudiziario.

Intanto passa il tempo, e si discute alla Camera e al Senato e il decreto legge non è ancora convertito… Il concessionario ha il divieto di ricostruire (ricordate? Il Decreto legge è già “legge” dal 28 settembre), ma il commissario non ha ancora i poteri per affidare i lavori.

Ma di cosa si discute allora? Non bisogna fare presto? Di Ischia! Eh sì perché nel decreto Genova si vuole risolvere un’altra emergenza: la regolarizzazione delle abitazioni abusive costruite ad Ischia e danneggiate a seguito del terremoto del 2017. Ovviamente il decreto ora si chiama “Emergenze” e non più “Genova”.

E allora torna la domanda venuta spontanea per Genova: ma se occorre mettere in sicurezza case o demolire case abusive, perché costruite in zone a rischio, è necessario un decreto legge? Se serve per trovare i fondi per le demolizioni allora bastava inserirli nella legge di bilancio ed evitare di rallentare il procedimento di conversione. Se, invece, serve per autorizzare ex post costruzioni abusive (e quindi a rischio) allora la domanda è: ma se erano abusive, e quindi costruite fuori norma e insicure, per quale ragione le case dovrebbero diventare sicure ora?

La sensazione è che si stia giocando con le urgenze per ottenere un consenso facile e veloce: il governo a colpi di decreti legge è stato uno dei mali anche dei precedenti governi e quello oggi in carica non mostra alcun segno di cambiamento.

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