“Fino a qualche anno fa era impensabile un’attività formativa del genere nel nostro Paese”. Con queste parole Marco Gerometta, vice direttore vicario della Scuola di Formazione del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, ha introdotto la sua lezione all’inaugurazione dell’ottava edizione del master in Intelligence dell’Università della Calabria, i cui lavori sono stati trasmessi da Radio Radicale.
LA NUOVA EDIZIONE
Anche a questa edizione del master, si rileva in una nota, “partecipano studenti provenienti da tutta l’Italia, confermando la capacità di attrazione dell’ateneo calabrese in attività formative di grande interesse legate alle necessità sociali della sicurezza e dell’interesse nazionale”.
COME CAMBIA L’INTELLIGENCE
Nel suo intervento, Gerometta ha proseguito sostenendo che “occorre intercettare i segnali deboli per delineare gli scenari del futuro” ed ha poi approfondito gli scenari contemporanei dove l’incertezza richiede informazioni sempre più qualificate, evidenziando che sia i tradizionali canali informativi sia il ciclo dell’intelligence sono destinati a mutare.
GLI SFORZI DELL’ATENEO
La manifestazione è stata aperta dai saluti del rettore Gino Mirocle Crisci che ha ricordato che l’università della Calabria sta promuovendo gli studi sull’Intelligence per dare un contributo al mondo scientifico e istituzionale di tutto il Paese. Per il vice direttore del dipartimento Culture, Educazione e Società Maria Mirabelli l’ateneo calabrese sta proponendo una interessante e utile filiera formativa sull’intelligence in cui ha aggiunto un corso di laurea magistrale al master. Giuseppe Spadafora, presidente del corso di laurea in Scienze dell’Educazione, ha messo in rilievo che lo studio dell’intelligence può rappresentare una risorsa importante per ricostruire la democrazia rappresentativa.
LE PAROLE DI CALIGIURI
L’introduzione alla giornata è stata svolta dal direttore del master Mario Caligiuri, (in foto), che ha sostenuto che “l’intelligence si pone ai bordi del caos del nostro tempo, a cavallo tra comprensione e previsione, originale punto di incontro dei saperi umanistici e scientifici, che mette in crisi i tradizionali percorsi disciplinari perché parte dalle domande invece che dalla pretesa di fornire risposte”. Caligiuri ha poi ricordato le attività svolte dall’Università della Calabria dal 1999 con la finalità del riconoscimento scientifico dell’intelligence nell’ambito degli studi accademici del nostro Paese.