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La battaglia sul petrolio nel territorio libico

petrolio

Una mappa petrolifera della Libia, per scomporre e analizzare la battaglia sul petrolio nel territorio partendo da una cartina dei pozzi e finendo a chi estrae. L’obiettivo, in attesa della conferenza di Palermo del 12 e 13 novembre, è di avere un quadro d’insieme per decrittare forze in campo e players che operano in Libia.

QUI LIBIA

Per comprendere quale peso specifico abbia il petrolio in Libia, quindi per l’intero bacino euromediterraneo e per le dinamiche mondiali legate al greggio, è sufficiente osservare un numero: 46,4 miliardi di barili è l’ammontare delle riserve del Paese, che lo collocano al primo posto in Africa e tra i dieci a livello mondiale. Sul punto influiscono due elementi: il basso costo della produzione, che lo trasforma in sito con più appeal commerciale, e il basso tenore di zolfo che caratterizza quel greggio in maniera unica.

La prima perforazione storica fu autorizzata dalla legge sul petrolio del 1955. Un quadro di fondo che si somma alla contingenza legata alla rivoluzione post deposizione di Gheddafi e alla peculiarità geopolitica relativa ad accordi passati (e presenti) che rendono la Libia un territorio ancora sottoesplorato dal punto di vista petrolifero.

I PLAYERS

La prima compagnia libica è la statale Noc (National oil corporation) che “coabita” in loco con i maggiori produttori mondiali, ovvero Eni, Repsol Ypf, Basf, Petrobras, Gazprom, Exxon Mobil, Pertamina, Nippon Oil, Sirte Oil Company, Bp, Hess Corporation, Japex e Oil and Natural Gas Corporation. L’Italia gioca un ruolo significativo: fino al 2010 il 28% delle esportazioni libiche di greggio arrivava nel nostro Paese.

Noc domina l’industria petrolifera della Libia assieme a una serie di filiali minori, che rappresentano circa il 70% della produzione petrolifera del Paese, come Waha Oil Company (Woc), Arabian Gulf Oil Company (Agoco), Zueitina Oil Company (Zoc) e Sirte Oil Company (Soc).

GEOGRAFIA

Noc opera su vaste aree sia onshore che offshore, in acque territoriali libiche e attraverso una piattaforma continentale con una rete di condotte petrolifere e di impianti per l’esportazione. Le sue raffinerie sono a Zawia, Ra’s Lanuf, Brega, Tobruk e Sarir.

Il Western Libyan Gas Project (Wlgp) è una joint venture tra Noc ed Eni. Dal 2004 il gas naturale viene esportato da un impianto di lavorazione a Melitah, sulla costa libica, via Greenstream alla Sicilia sudorientale e poi verso la terraferma italiana, e da lì verso il resto dell’Europa.

Una delle maggiori scoperte degli ultimi anni è stata fatta da Repsol Ypf nel bacino di Murzuq. Gli spagnoli sono lì affiancati da un consorzio di partner tra cui Omv, Total e Norsk Hydro. Sempre nel Bacino di Murzuq si trova il giacimento dell’Eni Elephant nel Blocco NC-174.

ENI

È dal 1959 che l’italiana Eni effettua in Libia attività onshore e offshore relative al settore Upstream specificatamente nella zona di Tripoli e nell’area del deserto libico in un bacino che si perimetra in sei aree contrattuali (in virtù di due licenze che scadono rispettivamente nel 2042 e nel 2047). Ovvero: Area A, costituita dalla precedente concessione 82 (Eni 50%); Area B, ex concessioni 100 a Bu Attifel e NC 125 Block (Eni 50%); Area E, nel giacimento Elephant (Eni 33,3%); Area F, con Blocco 118 (Eni 50%); Area D con Block NC 169 che alimenta il Western Libyan Gas Project (Eni al 50%).

Due le aree di contratto offshore: Area C, con il giacimento di petrolio di Bouri (Eni 50%); Area D, con Block NC 41 che alimenta il Western Libyan Gas Project.

Nel 2017 la produzione di Eni in Libia è stata di 384mila boe/giorno, ovvero il più alto livello di produzione di Eni nel Paese. Nonostante questo e altri sviluppi positivi, la situazione geopolitica della Libia continua a rappresentare una fonte di rischio e incertezza per il prossimo futuro.

Accanto a ciò vi sono una serie di attività di sviluppo relative alle nuove aree. È il caso del giacimento di Bouri, del giacimento Bahr Essalam con l’installazione degli impianti offshore e il completamento di dieci pozzi di produzione, tra cui quelli nel giacimenti di Wafa.

Novità anche alla voce attività esplorativa con una nuova scoperta di gas e condensati nell’area contrattuale D, nei pressi dei giacimenti di Bouri e Bahr Essalamproduction.

REPSOL

La spagnola Repsol è presente in Libia dagli anni ’70 e, stando ai dati di dicembre 2017, possiede diritti minerari in quattro blocchi nella parte occidentale (per una superficie netta di 4.698 km quadrati): due con una superficie netta di 3.132 km quadrati e due di produzione e sviluppo con una superficie netta di 1.566 km quadrati. Le riserve petrolifere accertate alla fine del 2016 sono state stimate in 97,4 miliardi di barili.

Nel gennaio 2017 la produzione è stata riavviata nel giacimento I/R, condiviso tra i blocchi NC-186 e NC-115 e, dal 9 maggio, anche nell’NC-186. Il 20 dicembre 2016 è stato riavviato El Sharara, nel blocco NC115. La produzione media nel 2017 ha raggiunto i 208 mila boe / giorno lordi, quella netta di 25.400 barili di petrolio al giorno, con riserve provate nette pari a 97,4 milioni di barili di petrolio.

BASF

Le attività di petrolio e gas di Basf sono raggruppate nel gruppo Wintershall, che in Libia è operativa dal 1958 con otto giacimenti petroliferi nel deserto libico, in partnership con Gazprom al 49%. Oltre alle attività onshore, Wintershall è anche presente nel giacimento offshore di Al Jurf, al largo delle coste libiche con la produzione di petrolio in mare aperto.

GAZPROM

Tre le aree di azione di Gazprom International in Libia: lo sviluppo del lotto offshore n. 19 e quello del lotto n. 64 nel bacino di Ghadames (petrolio e gas); le concessioni petrolifere C96 e C97 in collaborazione con Wintershall AG (filiale di German chemical Basf).

Poi ci sono le trame dove i russi operano in partnership con altri players. Nella Trama 19 Gazprom e Noc hanno firmato un accordo di condivisione della produzione nel 2007. Nella Trama No. 64 Gazprom Libia è stata riconosciuta come vincitrice della gara nel bacino di Ghadames. Il ciclo di rilevamento geologico nella trama includeva anche la perforazione di 6 pozzi esplorativi.

Nel dicembre 2007, a seguito del completamento della transazione relativa allo scambio di attività con Basf, Gazprom ha ottenuto una quota del 49% nelle concessioni petrolifere libiche C96 e C97 di proprietà di Wintershall AG.

EXXON

Un quarto di secolo: a tanto ammonta la vacatio di Exxon dalla Libia, dopo che la prima esplorazione porta la data del 1947. Nel 2005 il colosso americano è tornato nel Paese dopo la revoca delle sanzioni statunitensi.

Ha costruito in assoluto il primo giacimento petrolifero e trasportato il petrolio sul mercato, prima dello stop negli anni ’80 dopo il deterioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Libia.

Nel 2009 ExxonMobil Libya Ltd ha iniziato a perforare il primo pozzo di esplorazione in acque profonde in Libia in collaborazione con Noc al largo della Sirte, a nord-est della città di Misurata.

NIPPON OIL

La Nippon Oil Corporation, guidata da Shinji Nishio è presente in Libia dal 2005 dove ha partecipazioni in due blocchi esplorativi, 40-¾ e 176-4, ma nel 2011 si ritirò dai progetti perché i pozzi di prova non avevano dato risultati promettenti.

BP

È di pochi giorni fa la firma di un accordo tra Noc, Eni e BP per la ripresa delle attività di esplorazione in Libia. Secondo il Ceo Bob Dudley si tratta di un “passo importante verso il ritorno al nostro lavoro in Libia, riteniamo che lavorare a stretto contatto con Eni e con la Libia ci consentirà di portare avanti la ripresa dell’esplorazione in queste aree promettenti”.

twitter@FDepalo

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