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Il parlamento ucraino mira a raddoppiare l’area di controllo del Mar Nero

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Novità in vista nelle acque del Mar Nero, anche se la disputa tra Russia e Ucraina sembra ancora lontana da una risoluzione. Il parlamento ucraino ha adottato un decreto sullo status legale della zona contigua alle coste del Paese che, se approvato, dovrebbe raddoppiare l’area del Mar Nero controllata proprio dall’Ucraina. Naturalmente, come ha dichiarato all’agenzia di stampa Interfax il deputato correlatore della proposta Iryna Friz, “la zona contigua, stando agli standard internazionali, non è una zona sulla quale abbiamo il pieno controllo o la sovranità. È una porzione dello spazio marittimo all’interno della quale qualsiasi paese costiero può esercitare un controllo limitato sulla base di regole specifiche”.

Il documento, che identifica la zona come quella porzione di mare adiacente alle acque ucraine, nel caso in cui venisse approvato consentirebbe all’Ucraina di portare avanti le attività di controllo allo scopo di prevenire violazioni delle norme economiche, fiscali, sanitarie e d’immigrazione. Questo, di conseguenza, consentirebbe alla autorità del caso di fermare, ispezionare e, qualora fosse necessario o ci fosse il sospetto di violazioni della legge, arrestare navi ed equipaggi all’interno della zona adiacente.

Già nei giorni scorsi la situazione nell’area era apparsa tesa. Temendo una degenerazione degli attriti con Mosca nel Mar d’Azov si era corsi ai ripari. Infatti, mentre il Parlamento europeo aveva adottato una risoluzione in cui si chiedeva ai Paesi membri di estendere le misure restrittive contro Mosca, qualora le tensioni nell’area marittima fossero aumentate, avanzava spedita l’ipotesi della creazione da pare russa di un corridoio verso la Crimea.

Una richiesta, quella del Parlamento europeo, alla quale ne faceva seguito anche un’altra: l’istituzione di un inviato speciale e per la Crimea e il Donbass che potesse operare anche sul Mar d’Azov. Una mossa che, tuttavia aveva riscosso polemiche sul fronte russo: “Credo che coloro che hanno sostenuto la risoluzione non sappiano dove si trovi il Mare d’Azov e quale sia il suo status, ovvero di come sia differente da quello dell’Oceano Atlantico o del Mar Mediterraneo”, aveva infatti risposto Alexei Chizhov, rappresentante permanente per la Federazione russa nell’Unione europea, a Verona per il Forum economico eurasiatico.

Intanto, sempre nel quadro di aiuti finanziari all’Ucraina avviati dall’Unione europea, dovrebbe arrivare nei prossimi giorni una prima tranche di aiuti economici dall’importo di 500 milioni di euro. “Abbiamo discusso la questione con Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea. La prima tranche dovrebbe arrivare nelle prossime settimane”, ha dichiarato alla stampa internazionale il presidente Poroshenko. L’accordo tra Unione europea e l’Ucraina prevedrebbe, d’altronde, la fornitura di aiuti finanziari per un miliardo di euro.

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