Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

Da De Gasperi all’IA: come si scrive la storia. Lezioni di futuro
L’Europa (in)difesa. Tutte le mosse di Bruxelles

Cosa c’è dietro la mezza crisi diplomatica tra Grecia e Albania

grecia

La cenere covava da tempo sotto il manto comune di Grecia e Albania. Le frizioni, sociali, politiche e religiose di tutti gli attori del costone balcanico, riemergono ogni due per tre. E l’assassinio da parte della polizia albanese di un 35greco che sventolava la bandiera ellenica nel giorno della festa nazionale, aumenta il divario che la politica sta faticosamente tentando di accorciare, tra indagini, depistaggi e sospetti.

Sullo sfondo i diritti delle minoranza e il grande tema che tocca l’intero versante euromediterraneo: lo sfruttamento degli idrocarburi.

QUI ALBANIA

La parte meridionale dell’Albania, che confina con la regione grea dell’Epiro, è popolata da una folta comunità ellenica. Lì era tornato per le festività il 35enne Konstantinos Katsifas (che viveva ormai ad Atene) che, secondo la versione fornita dalla polizia albanese, nel giorno in cui si celebra il No (il 28 ottobre 1940) della Grecia all’ingresso delle truppe di Mussolini, ha issato la bandiera greca nel cimitero militare greco del luogo, nei pressi di Argyrokastro. E agli agenti che gli intimavano di toglierla, l’uomo avrebbe risposto con dei colpi di Kalashnikov in aria. Per cui gli hanno sparato due volte al petto uccidendolo.

Ma la famiglia Katsifas non crede a questa versione, per cui ha sporto denuncia in Grecia così il procuratore generale di Atene ha ordinato un’indagine esterna sulle circostanze relative alla morte del trentacinquenne. Anche perché è emerso che le ferite da arma da fuoco sul suo petto sono state ricucite prima che il coroner greco potesse analizzare il corpo.

PERIPEZIE

Tra l’altro i suoi familiari hanno dovuto attendere alcuni giorni prima di ottenere la salma e poter così celebrare il funerale nel villaggio di Vuliarates a cui hanno preso parte tremila greci che vivono in Albania, tra misure di sicurezza molto rigide e la creazione di un cordone per evitare possibili incidenti. Nelle stesse ore delle esequie centinaia di persone sono scese in piazza a Salonicco per rivendicare i diritti della minoranza greca e per protestare contro l’omicidio definito “a fini politici” per via delle idee nazionaliste del 35enne.

Due giorni prima del suo assassinio, sulla sua bacheca di facebook aveva pubblicato un video in cui erano ritratti alcuni bambini che cantavano l’inno nazionale greco, in una scuola di Dervitsani, nel sud dell’Albania.

LE REAZIONI

Ironica e foriera di nuove frizioni quella del premier albanese Edi Rama, che su twitter ha invitato i “cari vicini a ringraziare Dio che altre persone innocenti non siano rimaste coinvolte invece di definire inaccettabile l’omicidio di un pazzo estremista”.

Inoltre secondo il vice ministro albanese degli interni, Sander Lesi, il governo ha dichiarato 52 greci presenti al funerale di Katsifas a Vouliarati, “persone indesiderate in Albania”. Tirana parla di “provocazione volgare e pericolosa” per il loro paese. Nel frattempo sono stati rilasciati i dodici cittadini greci arrestati con l’accusa di incitamento all’odio durante i funerali.

I RAPPORTI

Da un biennio Atene e Tirana hanno ricominciato a parlarsi per tentare di risolvere una serie di questioni ancora aperte: lo hanno fatto con due vertici tra i ministri degli esteri riguardo i confini marittimi, la legge di guerra del 1940, la questione della comunità della Ciamuria, espulsa nel nord della Grecia e privata della propria cittadinanza alla fine della Seconda Guerra Mondiale con l’accusa di aver collaborato all’invasione delle truppe tedesche, la questione della minoranza greca in Albania del sud che provocatoriamente Tirana chiama Epiro settentrionale, e i nuovi cimiteri per i caduti greci in Albania durante la Seconda Guerra Mondiale.

Ma oltre alle minoranze al centro del contendere c’è dell’altro.

PETROLIO NELLO IONIO

Risale al 2013 il progetto greco relativo alla ricerca di idrocarburi nello Ionio, nel golfo di Patrasso e dinanzi alle coste epiriote (quindi al confine con le acque albanesi) con il diritto di sfruttamento che fu concesso ad un consorzio costituito dal gruppo Petroli, dai francese di Edison International e dagli irlandesi di Petroceltic. Si stimano quantitativi di circa 200 milioni di barili. Fu concessa inoltre una licenza al consorzio Energean Oil assieme ai canadesi di Petra Petroleum.

Ma la svolta, dopo le peripezie legate alla crisi finanziaria ellenica, è datata 2017 con la concessione da parte del ministero dell’Energia di Atene del permesso di esplorare alla greca Hellenic Petroleum, una delle maggiori compagnie petrolifere dei Balcani, in partnership con i francesi di Total e gli italiani di Edison, in un fazzoletto di acque con caratteristiche geologiche simili a siti già attenzionati in Italia e in Albania, dove sono state localizzate importanti riserve.

Le aree di terra di Arta-Preveza e Ioannina, concesse a Energean Oil, sono considerate le più ricche e si estendono a nord fino in Albania, dove sono state individuate già notevoli riserve di petrolio.

twitter@FDepalo

×

Iscriviti alla newsletter

LE NOSTRE RIVISTE

formiche AirPress decode39 healthcarepolicy

SEGUICI SUI SOCIAL