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Sul Muos non si scherza e la Difesa lo spiega bene

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Ilva, Tap, Tav e infine Muos. Problemi per i 5 Stelle o opportunità di crescita per l’Italia? Se gli occhi e le orecchie erano puntati sul vice premier Luigi Di Maio in attesa di “novità”, a mettere le cose in chiaro sono adesso fonti della Difesa:

“La linea sul Muos è molto chiara e in questi giorni il governo è al lavoro sul dossier. Qualsiasi altra esternazione o posizione assunta da esponenti non appartenenti all’esecutivo è da considerarsi espressione del singolo soggetto politico, non del ministero della Difesa e men che meno del governo. L’unica voce ufficiale sul tema è e sarà quella del governo”.

Il Muos, Mobile user objective system, è un programma di comunicazione satellitare a banda stretta di nuova generazione del Dipartimento della Difesa per sostenere le operazioni militari Usa e Nato in tutto il mondo. Un’opera importante per l’Alleanza Atlantica, che rappresenta un tassello di una costellazione formata da quattro satelliti operativi, di cui due negli Stati Uniti e uno in Australia, che permetteranno di rivoluzionare le comunicazioni militari coprendo l’intero pianeta. Per l’Italia l’opera oltre ad avere una grande valenza tecnologica e strategica rafforzerebbe ancor più il ruolo del nostro Paese nel quadrante euromediterraneo.

Le esternazioni a cui fanno riferimento le fonti della Difesa con riferimento al sistema di difesa satellitare che il governo Usa ha deciso, d’intesa con le autorità italiane, di installare in Sicilia, a Niscemi, hanno in queste ore un nome ed un cognome: “Il M5S e il governo hanno già preso una posizione, quella che hanno sempre avuto, e Luigi Di Maio a breve la comunicherà. La nostra posizione resta la stessa: siamo contro il Muos. Non ci sono alternative. E quindi smantelleremo il Muos, l’obiettivo quello resta. Noi ci proviamo, ovvio. La memoria della ministra Trenta, che incontrerò il 7 novembre, è un fatto passato. Noi dalla Sicilia possiamo solo garantire che il Movimento è compatto da questo punto di vista e lo resterà sempre su questi temi”, ha detto il deputato regionale siciliano M5s Giampiero Trizzino ai microfoni di Obiettivo radio1.

Nel bel mezzo della campagna elettorale per le ultime regionali in Sicilia, l’attivista Trizzino, successivamente eletto all’assemblea regionale, aveva promesso la revoca delle autorizzazioni in caso di vittoria. Ma una settimana fa il coordinamento NoMuos lo ha accusato di non aver “mosso un dito”, da quando è al governo, per smantellarlo, “in piena continuità col governo precedente”.

Il lavoro sulle antenne di Niscemi è stato terminato nel 2014 ma sono state attivate solo nel 2016 dopo una lunga battaglia legale spinta da gruppi di ambientalisti siciliani e dalle sezioni locali del Movimento 5 Stelle che hanno fatto leva sull’impatto dell’impianto sulla salute dei cittadini. La maggior parte degli studi effettuati prima della costruzione hanno però concluso che le emissioni rispettano gli attuali limiti di legge per l’inquinamento elettromagnetico. Il Muos, il radar Usa e Nato in costruzione in Sicilia, non avrebbe insomma alcun impatto negativo sulla salute della popolazione. Al massimo ma sarà opportuno riporvi “particolare attenzione e cautela” e realizzare un “sistema di sorveglianza epidemiologica dello stato di salute delle persone residenti a Niscemi” al fine di “poter rilevare eventuali variazioni di frequenza di patologie e di fornire dati tempestivi alla popolazione residente”, aveva dichiarato l’Istituto superiore di sanità (Iss) nelle conclusioni dello studio sul sistema di comunicazioni satellitari per fini militari.

Il caso è tornato alla ribalta in vista del 14 novembre, data in cui il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia, discuterà se confermare o meno la sentenza emessa dallo stesso Consiglio nel 2016, che sbloccava l’attività delle antenne. In occasione di una recente visita elettorale in Sicilia, il ministro dello sviluppo Economico ha annunciato che nei giorni successivi ci sarebbero state delle “novità” sul caso Muos.

La posizione del ministero della Difesa, contenuta in un documento datato 12 ottobre a firma dell’Avvocatura dello Stato, è che le autorizzazioni non debbano essere revocate perché “le censure riguardanti la presunta violazione del regolamento della riserva naturale orientata “sughereto di Niscemi” sono destituite di fondamento”.

Secondo quanto pubblicato da la Repubblica dopo la presa di posizione del governo il deputato regionale Trizzino avrebbe chiamato Di Maio chiedendogli di cambiare posizione per non mettere in discussione cinque anni di lotta contro il Muos.

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