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L’Europa (in)difesa. Tutte le mosse di Bruxelles

Così Trump rimprovera Macron sulla difesa. E non ha torto

C’è poco da fare. Donald Trump ha ragione. L’idea di Emmanuel Marcon per un “vero esercito europeo” che ci difenda, tra gli altri, anche dagli Stati Uniti non regge. Il presidente americano l’ha addirittura definita “molto offensiva”, very insulting, rilanciando il tema del 2% del Pil da spendere per la Difesa entro il 2024, impegno preso da tutti i membri dell’Alleanza Atlantica. Tutto questo vale ancora di più considerando che Trump è a Parigi per le celebrazioni dei cento anni dalla fine della Grande guerra, quasi a voler ricordare al collega francese come sarebbero potuti andati a finire senza l’intervento degli Usa i due conflitti mondiali.

LA REPLICA DELL’ELISEO

Nel frattempo, oggi dall’Eliseo è arrivata un marcia indietro sui generis. Le parole del presidente sarebbero state “fraintese”, frutto di “un’incomprensione”. Macron, fanno sapere i transalpini, si stava infatti “riferendo al cyber-spazio” quando ha parlato della necessità che l’Europa si difenda “anche dagli Stati Uniti”. Gelo. L’insulto resta. Perché l’Eliseo sta confermando che gli Usa sono nella lista dei potenziali avversari, per di più nel dominio a più rapida espansione, trasversale a tutti gli altri, quello su cui la Nato sta cercando di fare quadrato e sviluppare maggiori capacità.

SE TRUMP SE LA PRENDE CON L’INIZIATIVA FRANCESE

Dunque, il tweet piccato del tycoon certifica ancora una volta le distanze tra Washington e Parigi, ma aggiunge elementi nuovi. Prima di tutto, il presidente entra a gamba tesa sul dibattito per la Difesa comune del Vecchio continente. Qui però è bene prestare particolare attenzione. Trump non si riferisce all’Unione europea, alla Pesco o al Fondo predisposto da Bruxelles, ma alla proposta avanzata da oltre un anno da Macron per la cosiddetta European intervention iniziative (Ei2). Si tratta di un’iniziativa finalizzata a collaborare nella risposta rapida a crisi, militari e civili. A fine giugno vi hanno aderito nove Paesi, tra cui anche Regno Unito e Germania (non l’Italia). Questa settimana, alla lista si è aggiunta la Finlandia, il cui ministro della Difesa si è ritrovato a Parigi con gli altri colleghi dei Paesi aderenti.

UN AFFRONTO INACCETTABILE

È proprio sulla scia di tale riunione che Macron ha parlato di creare “un vero esercito europeo” (e non di “un esercito dell’Ue”), che permetta di ridurre la dipendenza ma anche di difendersi dagli Usa. L’offesa è in quest’ultimo concetto. Dopo oltre settant’anni di impegno per la difesa dell’Europa, pur con tutte le possibili remore, è inaccettabile per gli Stati Uniti passare nella categoria delle minacce, alla stregua di Cina e Russia. Non è una questione di lana caprina. Le parole del presidente francese riguardano le fondamenta del legame transatlantico, i valori fondativi su cui poggia l’Alleanza Atlantica.

L’OBIETTIVO DI MACRON

D’altra parte, ricapitolando, l’Ei2 è un’iniziativa a chiaro traino francese (tanto che Berlino ha già manifestato qualche perplessità), totalmente estranea al contesto della Nato e dell’Unione europea, e indirizzata verso l’autonomia strategica dagli Stati Uniti. Inevitabile lo scetticismo statunitense, che aumenta se si guarda allo slancio di Macron alla luce del tradizionale desiderio transalpino per l’indipendenza del Vecchio continente dall’alleato d’oltreoceano. Parigi vuole guidare la difesa europea, e se non ci riesce nell’Ue (visto che per la Pesco è prevalsa la linea italo-tedesca per un’ampia partecipazione), ci prova con qualcosa di totalmente nuovo.

IL MESSAGGIO A LONDRA

Trump lo ha capito, e ha scoperto le carte: agli Stati Uniti l’Ei2 non va a genio. Il messaggio, più che a Macron, è diretto agli altri Paesi che vi partecipano, e forse prima di tutto al Regno Unito. Non pare una caso, infatti, che il tweet di Trump non sia arrivato subito dopo le parole del presidente francese, ma ben tre giorni dopo. Il cinguettio è apparso poco dopo quello in cui Macron ringraziava la premier britannica Theresa May per l’incontro ad Albert, nel nord della Francia, in occasione delle celebrazioni per il centenario della fine della Prima guerra mondiale. La partecipazione di Londra all’Ei2 francese nasconde l’intenzione di tenere Uk dentro il sistema europeo di Difesa, ma il rischio intravisto da Washington è che ciò si traduca nell’adesione inglese all’idea di “autonomia strategica” portata avanti da Parigi. Da qui, il richiamo agli impegni presi in sede Nato, “che gli Stati Uniti finanziano ampiamente”, ha ricordato Trump. Il riferimento, ancora una volta, è l’obiettivo del 2% del Pil da spendere per la difesa, quota concordata da tutti gli alleati nel summit in Galles del 2014.

E L’ITALIA?

Un’ultima considerazione riguarda l’Italia, che ha scelto consapevolmente di non aderire all’European intervention iniziative. Le ragioni le hanno ben spiegate i ministri Elisabetta Trenta ed Enzo Moavero Milanesi lo scorso luglio. “Esiste un accordo in Europa che si chiama Pesco, e l’Ei2 altro non fa che prendere i Paesi che vi aderiscono più la Gran Bretagna e dargli una missione simile”, ha notato la titolare della Difesa. “È un’iniziativa parzialmente europea”, da guardare con “cauta e doverosa prudenza”, ha aggiunto il numero uno della Farnesina. Non si escludeva allora la possibilità di una futura partecipazione, che dopo il nuovo tweet di Trump ci sembra tuttavia più remota. Se le distanze di Washington con Parigi si allungano infatti, quelle con Roma sembrano potersi ridurre, quantomeno per la condivisione delle medesime perplessità sull’iniziativa francese. Certo, oltre ai dubbi sull’Ei2 bisogna considerare anche l’invito Usa al rispetto della fatidica quota del 2%. Per essere davvero credibili di fronte agli alleati, bisognerebbe dimostrare di volerla raggiungere. In tal senso, gli annunciati tagli al bilancio della difesa non sono proprio un bel biglietto da visita.

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