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La candidatura di Weber è una garanzia per l’Europa. Parla Lorenzo Cesa

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I delegati del Partito popolare europeo (Ppe) hanno scelto il loro “spitzenkandidat”, il tedesco Manfred Weber. Sarà lui il candidato del partito alla guida della Commissione Europea in vista delle elezioni europee di maggio. La notizia è stata annunciata dallo stesso partito, riunito in un Congresso ad Helsinki. Weber ha ottenuto 492 voti su 719 (il 79,2%), contro i 127 del rivale, l’ex premier finlandese Alexander Stubb. Se il Ppe si confermasse il primo partito alle prossime europee, Weber potrebbe dunque succedere a Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione.

In una conversazione telefonica con Formiche.net, Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc e capo delegazione al Parlamento europeo nel gruppo Ppe, ha spiegato che la scelta di Weber rappresenta una garanzia per l’Europa: “Lui è un grande cristiano democratico. Si è sempre concentrato sulla difesa dei valori”. Con Weber dunque la scommessa sarebbe a favore della linea tradizionale e la continuità dei valori storici europei. In un contesto di nuove proposte sovraniste.

Cesa ha ricordato che Weber è in Parlamento dal 2004, per cui ha una grande conoscenza dell’Europa. “È una garanzia di ottimo lavoro. Con lui il partito potrebbe continuare ad avere la leadership della Commissione”, ha aggiunto.

Il Trattato dell’Unione europea prevede che sia il Consiglio europeo ad eleggere il presidente della Commissione europea. Non ci sono requisiti fissi, i leader possono fare una scelta libera. Il Parlamento europeo comunque ha sempre più peso e si riserva il veto sui nomi per la presidenza e le commissioni. Nel 2014, si sono fatti passi avanti nel processo del spitzenkandidat, cioè, nella scelta di ogni gruppo di un candidato alla presidenza. Tuttavia, la riforma è ancora in corso.

I delegati hanno scommesso per un candidato, sostenuto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha inoltre commentato che è pronto a ricandidarsi, “se ci saranno le condizioni, ovviamente all’interno del Parlamento Ue, se ci sarà un buon risultato elettorale per il Partito popolare per guidare per i prossimi due anni e mezzo il Parlamento europeo […] Un parlamento che deve avere più poteri e che deve essere al centro del dibattito politico”.

Sebbene la decisione non elimina ancora altre possibilità, spiana il terreno per Weber e per il Ppe.

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