Tra formazione e mondo del lavoro si delinea un profondo skill gap. Basti pensare agli oltre 150mila posti di lavoro disponibili che le aziende faticano a coprire per l’assenza di professionalità adeguate. Ed è proprio da questo assunto che Ibm è partita per promuovere la collaborazione con 48 Università italiane per la creazione di nuove figure professionali, attraverso il programma AcceleraItalia.
19 atenei tra quelli coinvolti hanno adottato un protocollo di intesa per indirizzare attività congiunte. Oltre 600 ore dedicate a seminari focalizzati su intelligenza artificiale, cloud computing, big data, cybersecurity, blockchain, internet of things e quantum computing. Più di 200 “University Ambassadors” che quasi quotidianamente sono presenti negli atenei italiani per accompagnare la formazione verso le frontiere della digital transformation.
“La mancanza di innovazione, e non l’introduzione di tecnologie esponenziali come l’artificial intelligence – spiega Enrico Cereda, presidente e ad di Ibm Italia – rischia di bruciare migliaia di opportunità occupazionali. È questa la consapevolezza che ci spinge, con l’articolazione del programma AcceleraItalia, ad affiancare le Università nel preparare gli studenti ad uno scenario tecnologico in profondo mutamento. La previsione da molti condivisa è che solo il 10% dei lavori ad oggi conosciuti scomparirà, mentre il 100% verrà trasformato. Un dato che deve spingerci verso una nuova formula di collaborazione pubblico-privati per l’istruzione”.
Molte già le iniziative messe a punto dal progetto AcceleraItalia nei vari atenei della penisola.
All’Università Cattolica del Sacro Cuore infatti sono stati attivati corsi di master Data Science for Management, master of Science in Management, master International Marketing and Management e master in Innovation and Technology Management (a partire dall’anno accademico 2018-2019) in cui esperti Ibm ricoprono il ruolo di docenti a contratto su temi quali Cloud Computing ed Artificial Intelligence. Collaborazione che va avanti anche con il Centro di Ricerca in Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari. Ibm è anche partner del “Master Digital Innovation&Fintech: la trasformazione digitale del settore assicurativo e bancario” supportando il coordinamento di un laboratorio Fintech di 30 ore basato su tecnologie Ibm Watson.
Al Politecnico di Milano invece molteplici sono le collaborazioni di cui Ibm è azionista e socio sin dalla sua costituzione come azienda consortile tra il Politecnico di Milano e 22 aziende italiane e internazionali. Ibm e Mip, per esempio, hanno sviluppato l’International Master in Business Analytics and Big Data (Babd), un programma che garantisce un’esperienza educativa e formativa in cui teoria e pratica sono strettamente connesse attraverso il supporto continuo di aziende e partner internazionali. IBM è anche uno dei partner che farà parte del Competence Center Made in Italy 4.0, co-finanziato dal ministero dello Sviluppo Economico, e che aprirà i battenti nel campus in Bovisa prima dell’estate 2019. L’obiettivo è quello di creare delle aree espositive dove poter vedere l’applicazione pratica di tecnologie esponenziali quali: AI, Cloud, Blockchain, IoT, BigData, Cybersecurity. Le aziende potranno incontrare esperti aziendali e accademici con cui discutere il proprio percorso di trasformazione digitale.
Ibm collabora anche con Sda Bocconi dal 1991: dal laboratorio di coding organizzato all’interno del corso Bachelor of Science in Economics, Management and Computer Science (Bemacs), in cui gli studenti della laurea triennale imparano a sviluppare applicazioni sulla piattaforma Ibm Cloud utilizzando Api di Ibm Watson, alla partnership con il network Women in Business per il supporto alla formazione e alla diffusione delle competenze Stem tra le ragazze. Ibm è attiva da molti anni sul tema competenze digitali e Stem per le giovani donne che si apprestano ad intraprendere il loro percorso universitario attraverso un programma che prende il nome di “Progetto NERD?”.
Con l’Università di Pavia la collaborazione è con il Dipartimento di Fisica dell’Ateneo primo utilizzatore della piattaforma Ibm Q. In collaborazione con Ibm Italia, Ibm Research Zurich, Cern e altre realtà di ricerca internazionali è stato inoltre lanciato il primo corso di dottorato su queste tematiche.
Il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Brescia ha attiva una collaborazione con Ibm sia dal punto di vista didattico sia di ricerca con il laboratorio di Dublino. Il potenziamento della collaborazione didattica con Ibm è compreso tra le attività del progetto che ha portato il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ad essere incluso nel 2018 tra i 180 “Dipartimenti di Eccellenza” selezionati a livello nazionale dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.
L’Executive master in ICT management, arrivato alla sua sesta edizione, ha visto il coinvolgimento di Ibm nel percorso di specializzazione in Big Data & Social Analytics con la realizzazione di contenuti formativi sulle tematiche dell’architettura Big Data, Social Analytics, Cognitive Computing e Predictive Analytics, nonché con la realizzazione di un laboratorio presso la sede di Ibm Italia sul tema Hands on Watson Analytics e Watson Analytics for Social Media.
Alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa il master in Management, Innovazione e Ingegneria dei Servizi ha potuto contare, all’interno del proprio comitato scientifico, sulla collaborazione di 12 tra le maggiori imprese del panorama nazionale ed internazionale, sia per l’aggiornamento dei contenuti del corso, sia per la gestione dei laboratori di innovazione. Da oltre dieci anni Ibm contribuisce alla formazione di giovani talenti tramite l’offerta di borse di studio e programmi di stage, le testimonianze di esperti aziendali altamente qualificati e la gestione di innovation labs che gravitano intorno ai temi del cloud and cognitive computing e della digital transformation.
Anche la capitale vede una collaborazione tra Ibm e l’Università di Roma La Sapienza. A partire dal 2016 affrontano assieme le tematiche legate alla digital transformation. Un’altra partnership importante è quella nel contesto dell’insegnamento di Business Intelligence del Corso di Laurea Magistrale in Business Management in cui Ibm partecipa con 7 laboratori su temi Cognitive, Analytics e BI. Ibm appoggia gli studenti nella comprensione del mercato del lavoro e dell’applicazione pratica delle proprie competenze mettendo a disposizione stage, project work e tesi di laurea oltre che tenendo seminari e conferenze che spaziano su vari argomenti dall’ Intelligenza Artificiale alla Cybersecurity.
La collaborazione con la Luiss ha tra i progetti Grow, Generating real opportunities for women che ha l’obiettivo di promuovere, sostenere e migliorare lo sviluppo personale e professionale delle studentesse Luiss Business School, con particolare attenzione all’inserimento nel mondo del lavoro e alla promozione della carriera professionale finalizzata al raggiungimento di posizioni di vertice in aziende, amministrazioni, enti, università e altre organizzazioni.
Anche Campus Biomedico Roma ha una partnership con Ibm che ha l’obiettivo di studiare e sostenere la trasformazione digitale degli ospedali oltre che mettere a frutto i percorsi formativi di studenti e ricercatori su tematiche quali Cloud, AI, Blockchain e Security.
Nell’ambito delle diverse iniziative, frutto di una collaborazione decennale, è stato avviato il progetto ETC alla Federico II di Napoli che ha previsto la realizzazione di un laboratorio virtuale di sviluppo software dedicato alle attività degli studenti di 10 università italiane ed una americana. In questo modo gli studenti hanno avuto l’opportunità di lavorare in team internazionali e accrescere le loro competenze.
All’Università di Bari per far fronte alla necessità di competenze adeguate nella sicurezza informatica, il Dipartimento di Informatica e Ibm Security hanno creato “The Hack Space”, realizzato all’interno del corso di Laurea Magistrale in Sicurezza Informatica dell’Università degli Studi di Bari, composto da quattro elementi principali: conoscenza, che definisce le competenze che un esperto di Cyber Security deve possedere, organizzazione, che individua le strutture organizzative dedicate alla sicurezza, skills e tools, che individua le piattaforme e gli strumenti software che occorre utilizzare assieme all’architettura ideale di un laboratorio dedicato alla cyber security, e collaborazione, il cui scopo è la definizione di modelli di collaborazione sostenibili che consentano ad altri soggetti di poter utilizzare le soluzioni e le infrastrutture realizzate.
Le collaborazioni con le Università italiane toccano anche argomenti quali Agile e Design Thinking come strumenti per facilitare l’innovazione. Contributi di questo tipo sono attivi con atenei quali Iulm, Iaad, Ied e Domus Academy dove Designers, Marketing e Communications Ibm collaborano all’interno di seminari, corsi di laurea e laboratori tematici.
“Il nostro più grande investimento nell’essere al fianco delle Università italiane per alimentare nuovi profili professionali – afferma Cereda – è la passione. Una passione motivata dal senso di responsabilità che, in considerazione della grande sfida rappresentata dai nuovi saperi, ci impone di rimboccarci le maniche e partecipare attivamente alla formazione di coloro i quali guideranno molto presto il nostro Paese. Viviamo l’epoca delle tecnologie esponenziali come intelligenza artificiale, blockchain e internet delle cose: se non sapremo metterle adeguatamente a frutto, perderemo posti di lavoro, competitività, produttività ed efficienza”.