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La nuova essenza dell’e-commerce. Il caso Amazon-Fintonic

Tutti vogliono finanziare le Pmi. Sarà per il credit crunch che non si arresta, almeno per le piccole e micro imprese, sarà perché esiste uno shortage di 50 miliardi di euro (solo in Italia) che le banche non riescono a fornire, secondo i calcoli di Kpmg. Fatto sta che nell’arena del lending disintermediato verso le imprese hanno iniziato a fare il loro ingresso non solo tutta una serie di start up innovative, ma anche le Faang (acronimo che racchiude le iniziali delle 5 grandi big della tecnologia americana: Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google), dando vita a un nuovo paradigma e promettendo di cambiare sia le abitudini di finanziamento delle Pmi sia quelle di consumo del retail.
Ma andiamo con ordine. Innanzitutto, chi pensa che Amazon sia solo sinonimo di e-commerce si sbaglia di grosso.

Quello che è effettivamente uno dei più grandi e-commerce al mondo, nel 2011 ha fondato Amazon Lending, un marketplace del credito rivolto ai negozi che si servono della sua piattaforma. Ma Jeff Bezos vuole di più: non solo fornire risorse a chi vende, ma “aiutare” anche chi compra. È di questi giorni la notizia che Fintonic collaborerà con Amazon in Spagna per finanziare coloro che acquistano beni tra i 225 e i 1.100 dollari a tasso zero con rateizzazioni fino a 4 mesi.

Fondata nel 2012, Fintonic è una piattaforma di gestione finanziaria che consente ai suoi 500mila utenti consumer di aggregare tutti i propri conti per avere una visione d’insieme del patrimonio complessivo. E che a latere offre prestiti personali, grazie alla recente alleanza con la banca Bbva.

Un nuovo paradigma, un nuovo modello di cooperazione tra FinTech e Tech company, che promette di creare una formula distruttiva nelle abitudini di consumo.
Il sistema creato da Fintonic insieme ad Amazon funziona così: prima di fare i propri acquisti su Amazon, i clienti spagnoli dovranno accedere a Fintonic, chiedere il prestito e comprare una gift card di Amazon, scegliendo ammontare e piano di rimborso.

Fintonic utilizzerà poi il suo modello proprietario FinScore, per assegnare un merito di credito che varia tra zero e 900 e si basa su 160 fattori: gli utenti con un punteggio di almeno 450 potranno accedere al finanziamento.

Tornando a guardare il fronte del credito alle imprese, Amazon ha ad oggi erogato 3 miliardi di dollari in prestiti a oltre 20mila Pmi, un miliardo solo nell’ultimo anno. Amazon Lending è dotata di un algoritmo in grado di analizzare i dati di bilancio delle aziende, invitando quelle che risultano avere un rating sufficiente a chiedere un prestito, garantendo tempi rapidissimi. La liquidità, che viene prelevata direttamente dal bilancio di Amazon, arriva sul conto della Pmi richiedente in 24 ore e le rate vengono detratte periodicamente dal conto del debitore. Nel caso in cui le Pmi risultino insolventi, Amazon immobilizza in magazzino la merce del debitore concedendone la movimentazione solo al pagamento della rata. I prestiti hanno importi variabili tra mille e 750mila dollari e tassi tra il 6 e il 17% per una durata massima di 12 mesi.

Il grande vantaggio di Amazon è avere a disposizione una quantità enorme di dati sulle aziende del marketplace, che gli consentono di effettuare analisi andamentali a costo zero. E di fatto prestando alle aziende del suo marketplace le aiuta a crescere aumentando a sua volta i propri volumi e commissioni. Amazon Lending è disponibile in Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone ma presto approderà in Canada, Francia, Italia, Spagna, India e Cina. Tutti mercati ad alto potenziale. Ma quello che rileva è il nuovo paradigma che da queste strategie emerge: Amazon interviene in ogni parte della relazione che è l’essenza dell’e-commerce, alimentando da sola il suo business miliardario. E le barriere all’ingresso in questo mercato sono altissime, per non dire impenetrabili.

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