Gli azzurri di Silvio Berlusconi tornano a far sentire la loro voce. Nella cornice dell’Hotel Ergife Forza Italia si è ritrovata nel corso dell’evento “La città, l’Italia, l’Europa che vogliamo” per dire no alla manovra finanziaria gialloverde, o meglio gialloblu stando alle nuove scelte cromatiche della Lega di Matteo Salvini.
Il dibattito, concluso con un’intervista a tutto campo del leader Silvio Berlusconi, è stata l’occasione per lanciare frecciatine all’ex alleato storico di Forza Italia quella Lega che un tempo era una delle colonne sulle quali si fondava il contenitore politico del centrodestra e che ora ha contratto un matrimonio d’interesse con il M5S sotto la bandiera del “cambiamento”. A margine della manifestazione abbiamo rivolto qualche domanda a Michaela Biancofiore, fedelissima del Cavaliere ed ex sottosegretaria alla Pubblica Amministrazione nel governo Letta.
Onorevole perché questa manifestazione? Quali sono i punti critici della manovra secondo Forza Italia?
La manovra finanziaria fa acqua da tutte le parti. Indebolisce i più deboli, non fa ripartire le infrastrutture, basta vedere i dati dell’Istat e del Censis. Noi avanziamo le nostre risposte in positivo. Ci siamo rappresentati come la forza dei fatti, questo era vero ieri ed è vero oggi. Ci spiace che il nostro alleato storico abbia scelto di andare al governo con una forza reazionaria che sta facendo involvere la nostra nazione. Speriamo che la Lega si ravveda e capisca che non è solo la manovra finanziaria che non va ma tutto il governo.
Quindi capisco che non sarete in Piazza del popolo con la Lega?
Assolutamente no, perché non è la nostra manifestazione.
Se vi avessero invitati avreste partecipato?
Se la Lega ci avesse invitato saremmo andati in virtù del fatto che siamo alleati storici su tutti i territori. Ma se la Lega fa una manifestazione per puntellare questo governo secondo me fa un autogoal. Quel governo è frutto di una maggioranza anomala perché quello che tutti dimenticano è che il 4 marzo le elezioni le ha vinte il centrodestra, non le ha vinte il M5S come spesso e volentieri tendono a far credere. E prima di ogni cosa non le ha vinte M5S con la Lega, fino al giorno prima si criticavano aspramente e vicendevolmente. La Lega ha scritto con noi il contratto di governo, quel contratto nel quale non abbiamo smesso di credere anche se dall’opposizione. Mentre la Lega ha dimenticato tutto, basti pensare agli emendamenti rifiutati sui portatori di handicap, sulle vittime di femminicidi, mi sembra che abbiano perso la rotta.
Crede che quello della Lega sia un “tradimento” che possa rientrare?
Io me lo auguro. Perché poi gli elettorati iniziano a indispettire ma non solo i nostri, anche l’elettorato storico della Lega. I coordinamenti e le Regioni governati dalla Lega sono sul piede di guerra. L’importante è non arrivare al punto di non ritorno, è quello che non vorrei. Se la Lega continua a perseguire un programma che non è quello voluto dalla maggioranza degli elettori di centrodestra diventa complicato. Se il governo è a trazione M5S con provvedimenti contrari ai nostri principi, come quelli assistenzialisti che non aiutano le imprese e che fanno involvere il nostro Paese, noi non possiamo starci. Io non vorrei che fossimo noi a dover dire queste cose a Matteo Salvini, io credo che in cuor suo lui ne abbia già preso atto ma che non sappia come uscirne.
Infatti, se oggi 8 dicembre la Lega si ritrova a Roma, il 13 a Milano c’è una manifestazione di piccoli artigiani e commercianti contro le politiche di questo governo.
Esatto. Pensi che a quella manifestazione parteciperà il governatore Zaia mentre non sarà in Piazza del Popolo, a quanto ne so. Questo mi sembra significativo. Noi ci saremo, è da un anno che siamo in piazza. Forza Italia è sempre stata dalla parte delle imprese e dalle piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto connettivo del sistema economico italiano. Loro non sono i “prenditori”, come li descrivono i grillini. I piccoli imprenditori creano lavoro e non l’assistenzialismo.
Quindi la Lega avrebbe perso il polso del centrodestra. Mi fa un esempio?
Certo. Sul nostro territorio, in Trentino Alto Adige dove abbiamo vinto le elezioni insieme, il Governatore della Lega sta tenendo fuori dalla Giunta Forza Italia. A me sembra che non sia un atteggiamento opportuno e che questo stia arrivando anche al nostro elettorato. Con queste parole intendo l’elettorato unito di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Noi ormai, nel pensiero dell’elettorato di centrodestra, siamo considerati un unico popolo, non è bello che i vertici si dividano quando, in realtà, è solo uno dei vertici che vuole la divisione.
Cos’avrebbe fatto Forza Italia al posto della Lega in Trentino?
Quello che ha fatto sempre. Io vorrei che la Lega si comportasse con noi come noi ci siamo comportati per i 25 anni in cui l’alleanza è stata a trazione di Forza Italia. Quando la Lega era debole e ha avuto bisogno di noi, del nostro sostegno noi siamo sempre stati disposti a farlo.
È storia che Silvio Berlusconi ha interpretato un modello di leadership che prediligeva l’unione alla divisione.
Silvio Berlusconi è un uomo di federazione e di unità. Io spero che si possa trovare un nuovo contenitore per federare il centrodestra, nel rispetto delle diverse sensibilità ovviamente.
In questo nuovo contenitore potrebbe trovare spazio anche un nuovo soggetto politico a guida Renzi – Minniti?
Mi sembra che il presidente Berlusconi sia stato chiarissimo in questo e che lo sia stato il nostro elettorato. Noi con Renzi non abbiamo nulla da spartire e la sua è stata una storia perdente. Noi siamo orgogliosamente di centrodestra anche se siamo convinti di essere oltre le categorie politiche. Forza Italia è sempre stata la nazionale italiana, il primo contenitore post ideologico.
Il presidente Berlusconi potrebbe cambiare opinione, è già capitato in passato.
Chi dice questo dà solo un assist a quanti, all’interno della Lega, vogliono troncare con noi. Renzi è stato un giovane 40enne che si è bruciato per aver imboccato la strada sbagliata. Aveva scelto la strada giusta, quella delle riforme insieme alle opposizioni, poi ha giocato una partita da solo. Questo è un Paese che ha bisogno di una squadra e non di battitori liberi.