“Young Factor”: ovvero come parlare di economia con i giovani, con gli studenti delle scuole superiori. E’ una nuova iniziativa dell’Osservatorio Giovani-Editori.
Sul palco, insieme a Ceccherini e all’editorialista del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, c’erano il governatore della Banca d’Italia Vincenzo Visco, Klaas Knot (Presidente Banca d’Olanda), e Jens Weidmann (Presidente Deutsche Bundesbank). Con loro anche Luis M. Linde (Governatore Banca di Spagna dal 2012 al giugno 2018).
L’economia europea, l’impatto delle nuove tecnologie sui mercati, i venti anti-europeisti: si è parlato di questo e molto altro con i ragazzi, che hanno poi posto tantissime domande dalla platea. Tra i temi, anche quello dell’inflazione.
Già, l’inflazione, una studentessa solleva la questione dei costi che vengono generati.
“Non vogliamo tornare a un mondo in cui l’inflazione è la soluzione dei problemi, perché l’inflazione è la tassa più ingiusta che c’è e colpisce i più deboli”, risponde Vincenzo Visco pacato e deciso.
Ingiusta? Ci risiamo con l’etica!
Calma e gesso, se commedia ha da essere, commedia sia.
Personaggi ed interpreti:
I Deboli, quei 5 milioni e 58 mila individui, che l’Istat intende come coloro che non possono affrontare la spesa mensile sufficiente ad acquistare beni e servizi, considerati essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile.
Ignazio Visco che, oltre a governare BankItalia insieme a Weidmann, sta nel Board della Bce.
Bce, appunto, titolare del mandato di tenere un’inflazione contenuta, intorno al 2%.
La Young, alla quale si tenta di far credere come “Cristo sia morto di freddo”.
Dunque, in un mercato efficiente, quelli senza il becco d’un quattrino non possono fare la spesa. I prezzi scendono, si rifocilla il potere d’acquisto dei miseri e quella tassa da pagare passa alle Imprese.
Bella no?
Macchè, in un mercato opaco parte la carica della Bce, lancia in resta, reflazionando la domanda. Forte del mandato, con la politica monetaria espansiva, altera il meccanismo di formazione dei prezzi per fermare la deflazione.
Dietro le quinte, gli statistici attribuiscono all’inflazione due decimi di punto della crescita annua.
Io, maligno, in quel “mandato del +2% d’inflazione” scorgo un -2% del potere d’acquisto; dietro quei due decimali, invece, altrattanta spesa fatta in meno, più merci in magazzino, meno occupati a lavorare.
La platea, pensando come quei due decimali di Pil possono esser fatti a debito, fischia il bluf!
Ehi, ragazza, non dar retta, Cristo è morto in croce per asfissia.
Mauro Artibani, l’Economaio
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