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Difesa europea e Pesco. Il bagliore in fondo al tunnel secondo Leonardo Tricarico

Di Eva Donelli
Tempest

La seconda mandata di progetti comuni della cooperazione strutturata permanente (Pesco) approvata nell’ultima riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa dell’Unione europea a fine novembre, più della prima, comincia a far intravedere qualche bagliore in fondo a uno dei tanti tunnel dell’Europa comunitaria.

È l’opinione del generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare. Partendo dal concetto che un’Europa della Difesa dovrebbe contemplare il completamento delle capacità che mancano e che sono rilevanti, la buona notizia, secondo il generale, è che alcuni dei 17 nuovi progetti vanno appunto a colmare le lacune capacitive necessarie a costruire in un futuro ipotizzabile e auspicato non lontano, la cosiddetta difesa europea integrata. Nel marzo 2018, il Consiglio dell’Ue aveva approvato la prima trance di progetti (sempre 17), ma il percorso per la creazione di un’identità europea della Difesa, con tutte le sue componenti, evidenzia Tricarico, “è stato fino ad ora costellato da flop e insuccessi, o da annunci e iniziative rimasti tali”. Ora il percorso, la via maestra, sarebbe quella di individuare tutte queste carenze capacitive e colmarle.

L’ECCELLENZA ITALIANA NEI DRONI

Tra i vuoti da colmare spicca il settore dei droni. Tra i progetti approvati a novembre c’è il lancio di Eurodrone, ovvero la creazione di una nuova generazione di “sistemi aerei a pilotaggio remoto a lunga durata di media altitudine”, entro il 2025. I droni serviranno principalmente per compiti di intelligence, sorveglianza e ricognizione tramite il monitoraggio di terra e mare. Il progetto sarà guidato dalla Germania, auspicandoci, commenta Tricarico, “che quello tedesco non sia un ruolo dominante; i droni sono un settore dove solamente il nostro Paese può vantare una capacità e una professionalità immediatamente spendibili”. All’interno del progetto Eurodrone, l’Italia si occuperà dello sviluppo di un sistema per contrastare la minaccia dei mini e micro droni, sia per proteggere le truppe in azione che per la difesa nazionale.

“Il ruolo dell’Italia deve essere centrale, perché nulla può sostituire, soprattutto a tavolino, l’esperienza che il nostro Paese ha da spendere in questo settore, un’esperienza incominciata con successo nel dicembre 2004 in Iraq”, ricorda il generale. Da allora ad oggi, l’Italia è ininterrottamente impegnata in tutti i teatri, dalla Libia, all’Afghanistan, all’Iraq, e i nostri droni continuano a volare senza sosta, entro i confini domestici, per varie finalità tra cui la lotta alla criminalità, la protezione civile dell’ambiente. “C’è da dire inoltre – aggiunge il presidente della Fondazione Icsa – che questo progetto un giorno o l’altro dovrà armonizzarsi con le iniziative di casa nostra, parlo naturalmente dei droni Piaggio P.2HH , progetto quanto mai delicato sensibile che riguarda la Piaggio Aerospace, che collateralmente dovrà interagire un giorno o l’altro con il disegno europeo”.

LA TECNOLOGIA DEI RADAR

Due delle nuove iniziative Pesco riguardano il campo spaziale ed entrambe vedono la partecipazione dell’Italia: si tratta di Euras (a cui il Paese partecipa insieme a Belgio, Francia, Germania e Spagna), un progetto per lo sviluppo delle capacità europee geo-posizionali e di navigazione spaziale, attraverso il programma Galileo, e del progetto Space surveillance awareness (Eu-Ssa-N), a leadership italiana, per la creazione di un sistema europeo autonomo per il monitoraggio dallo spazio. “Ancora una volta il nostro Paese possiede la capacità tecnologica più pronunciata, anche rispetto agli Stati Uniti, per quanto riguarda l’osservazione radar. Abbiamo già una costellazione che gira da anni, c’è l’ipotesi di rinnovarla e potenziarla: si chiama Cosmo-SkyMed e non fa parte di un disegno europeo, ma è importante che intorno a questo nucleo di capacità, si disegni una capacità sufficiente a soddisfare esigenze di intelligence di dimensioni continentali e forse per questo Pesco è la sede più opportuna”, sottolinea l’ex capo di Stato maggiore dell’Arma azzurra.

ITALIA IN TESTA ANCHE PER LA FORMAZIONE

Le new entry della Pesco includono un progetto, a cui l’Italia partecipa, sulla formazione specializzata di alto livello della flotta di elicotteri dell’Ue, per contrastare le nuove e transnazionali minacce multidimensionali e l’istituzione di una sede unica per l’addestramento e la valutazione degli equipaggi. Per Tricarico, la formazione è un altro settore in cui l’Italia dovrà poter avere un ruolo centrale. Secondo il generale, il recente annuncio di una struttura internazionale di formazione per i piloti da combattimento che vede alleati Leonardo e l’Aeronautica militare è un progetto vincente, poiché già oggi la domanda internazionale è largamente eccedente alle disponibilità. “All’interno di questa molto vasta collettività internazionale ci sarà sicuramente ben disegnata l’Europa, con dei Paesi che già hanno mostrato interesse, come la Francia, per il nostro sistema di formazione, e quindi ogni strumento che accompagni questa iniziativa è benvenuto”.

VERSO GLI 007 EUROPEI

Parlando di formazione, guidato dalla Grecia, e basato a Cipro, il progetto più emblematico e senz’altro ambizioso dei 17, è l’Accademia per la formazione congiunta di un’intelligence europea. “L’intelligence è un’altra capacità deficitaria quindi è bene che si cominci a parlare anche di questo”, commenta Tricarico, ricordando però come questo sia anche il settore più ostico rispetto a una condivisione. “Un’intelligence totalmente europea ci potrà essere quando verranno meno gli interessi di ogni nazione, quando l’Europa sarà veramente una federazione di Stati con un management unico e tutte le animosità nazionali verranno placate e quindi è di la da venire, pero questo non vuol dire che già qualcosa non si possa fare”.

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