Anni fa il presidente Hugo Chávez, scomparso nel 2013, scambiava barili di petrolio per fagioli con il governo dell’amico cubano Fidel Castro. Oggi il suo successore, il presidente Nicolás Maduro, baratta i giacimenti di oro venezuelano per cibo e medicine con il presidente turco Recep Tayyik Erdogan.
I primi accordi tra Ankara e Caracas risalgono all’anno 2010, quando Chávez era ancora presidente. L’intesa era ai primi passi, soltanto in materia diplomatica. Ora però la Turchia, insieme alla Russia e alla Cina, fa parte di un asse strategico per il Venezuela.
Lo scorso luglio, in occasione della visita di Maduro in Turchia, Erdogan confermò l’invio di 300 container di cibo e medicine per “aiutare il popolo venezuelano”. “Cercano di colpire il Venezuela e la Turchia è a fianco del Paese sudamericano […] Non si può punire un popolo intero per disaccordi politici”. Erdogan dichiarò che avrebbe aiutato Maduro ad evadere le sanzioni imposte dagli Stati Uniti.
Dopo la visita di Erdogan a Caracas, il presidente venezuelano ha dichiarato che si attendono investimenti turchi per circa 5,1 milioni di dollari. Lo scambio commerciale tra Turchia e Venezuela nel 2017 è stato di circa 800 milioni di dollari. “Noi copriremo le necessità dei venezuelani. Abbiamo la capacità, abbiamo quella forza”, ha confermato Erdogan.
Dietro a questa disposizione però non c’è solo l’amicizia. Maduro ha deciso di aprire alle imprese turche, in esclusiva, l’esplorazione di giacimenti di oro, coltan (columbo-tantalite) e diamanti. Fino ad oggi, secondo dati ufficiali dello Stato venezuelano, la Turchia ha ricevuto circa 779 milioni di dollari in oro dal Venezuela.
Funzionari americani sostengono che Maduro esportò illegalmente 21 tonnellate di oro in Turchia per evitare le sanzioni internazionali. Ma il presidente venezuelano reagì subito: “Venezuela e Turchia hanno rapporti economici sovrani e trasparente. L’oro è un elemento in questa relazione, continueremo con questa attività commerciale, vendere oro in maniera trasparente e legale. Nessuno deve e può entrare nel merito di queste operazioni”. L’accordo prevede che il Venezuela resti con il 55% dei profitti, il resto è per le imprese turche coinvolte.
Sul petrolio, invece, lo scorso ottobre i due Paesi hanno siglato un accordo nel quale il Venezuela si impegna ad inviare greggio in Turchia per attendere la domande interna turca e fornire di combustibile l’aerolinea statale Turkish Airlines. C’è anche una cooperazione tra la statale petrolifera venezuelana Petróleos de Venezuela (Pdvsa) e Turkish Petroleum International Company, oltre ad un accordo fiscale per evitare la doppia tassazione.