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Vi racconto tutte le schizofrenie della Lega sul ponte Morandi

Genova

Sono passati quasi 4 mesi da quel tragico 14 agosto che ha segnato in maniera indelebile la nostra città con il crollo del Ponte Morandi e la tragica perdita di 43 vite innocenti. Da allora misure e interventi sono stati intrapresi dalle istituzioni locali, per intervenire sull’emergenza a sostegno degli sfollati, dei lavoratori, delle imprese, dei cittadini trovatisi di colpo a dover affrontare enormi disagi e a subire pesanti danni. Tutta la città si è mossa a solidarietà e aiuto di chi aveva più bisogno, anche i nostri volontari che hanno organizzato iniziative di beneficenza e, nelle ultime settimane, dato una agli sfollati nelle operazioni di trasloco.

Purtroppo il governo nazionale non è stato altrettanto tempestivo e incisivo. Prima un’estenuante attesa del Decreto Genova, o meglio il Decreto del nulla, poi il vergognoso balletto sul nome del commissario, nel mentre e ancora oggi le brutte figure del ministro Toninelli e del governo si moltiplicano e dimostrano l’assenza di rispetto per la nostra città: dal ponte dove giocare e mangiare, ai fogli bianchi sbandierati in piazza De Ferrari dal premier Conte a un mese dalla tragedia, al pronostico davvero infelice di una Genova che si rialzerà, “se non in pochi mesi, forse pochi anni”: un’altra perla rara partorita dalla saggezza del ministro delle Infrastrutture.

Se non ci fosse da piangere, verrebbe quasi da ridere. Noi non vogliamo fare né uno, né l’altro. Vogliamo soltanto metterci a disposizione della nostra città, della nostra regione e dell’intero Paese per portare a casa risposte certe e concrete. Lo abbiamo fatto dall’indomani della tragedia, ad ogni livello istituzionale, con un atteggiamento di piena collaborazione, senza preclusioni e steccati ideologici, ma anche pronti a dare battaglia. Lo abbiamo fatto in Parlamento, con i nostri emendamenti per migliorare il testo assolutamente insufficiente partorito dal governo, emendamenti arrivati a Roma dopo i documenti approvati in Regione, in Comune, nei municipi con le richieste emerse dal confronto con le realtà produttive, sindacali, il porto e i comitati dei cittadini. Purtroppo la maggioranza gialloverde ha rifiutato quasi del tutto queste proposte.

Proposte di Genova e per Genova, un territorio che nel frattempo ha dovuto anche affrontare i danni prodotti dalle mareggiate e dal maltempo a fine ottobre.
Non ci siamo arresi e siamo tornati in aula per pretendere quanto dovuto in sede di discussione di legge di Bilancio. Abbiamo presentato gli emendamenti per estendere gli indennizzi alla zona arancione e aumentare i fondi per la cassa integrazione in deroga, ma la maggioranza gialloverde li ha respinti.

Quello che più fa specie è il fatto che su questi punti assistiamo a un atteggiamento quasi schizofrenico della Lega che a Genova dice una cosa e a Roma un’altra, con il solo obiettivo di salvare la poltrona. Infatti Marco Bucci, in qualità di sindaco in Consiglio comunale – ma ricordiamo che lui è anche il commissario per la ricostruzione – nella seduta in Sala Rossa dedicata appunto al Decreto, si era espresso favorevolmente su nove ordini del giorno presentati dal Pd su questi temi:
– realizzazione della Casa della salute in Valpolcevera;
– sblocco delle risorse per il V lotto del Terzo Valico;
– proroga oltre i dodici mesi della cassa in deroga per i lavoratori delle aziende danneggiate e coinvolte dal crollo del Morandi;
– erogazione di un contributo economico sufficiente per gli abitanti della zona arancione, quella maggiormente vicina alla zona rossa;
– collocazione nelle aree ex siderurgiche di Cornigliano delle aziende a rischio dopo il 14 agosto, nel rispetto dell’Accordo di programma e dei progetti di riqualificazione della delegazione;
– costruzione di una galleria fonoassorbente in Lungomare Canepa per contrastare il crescente inquinamento;
– investimenti per le strutture e il personale scolastico volti al miglioramento organizzativo;
– conferma del progetto e del crono programma per la gronda;
– incentivi alla mobilità elettrica.

Inoltre, la giunta che ha accolto come raccomandazione l’impegno su una riduzione dei canoni concessori per i terminalisti portuali genovesi, a condizione di una riduzione di almeno il 10% dei traffici rispetto all’anno precedente.

Si tratta di esigenze imprescindibili per la città, come quella di un indennizzo da parte di Autostrade e un nuovo collocamento per i diciannove lavoratori di aziende site nella zona rossa, che stanno per perdere o hanno già perso il posto di lavoro.

Noi continueremo a lavorare con impegno e coerenza per Genova. Crediamo che insieme ce la potremo fare, ma i dati negativi, emersi anche da una recente indagine di Confindustria Genova, Camera di Commercio di Genova con la collaborazione dell’Università di Genova – confermano quanto la situazione sia difficile. E lo sarà ancora di più se continueremo ad essere ostaggio di manovre elettorali e veti incrociati. Lo ribadiremo in piazza mercoledì prossimo insieme a alle forze sindacali.

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