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Così il Global Compact spacca il governo in Belgio. E ora?

Il Global Compact continua a creare dissensi in Europa. Questa volta il turno è in Belgio. Il ministro degli Interni, Jan Jambon, ha annunciato che si dimetterà dall’incarico come altri ministri del partito Nuova alleanza fiamminga (N-VA). La motivazione: la scelta del governo belga di approvare il Global Compact per la migrazione. L’accordo, che verrà firmato a inizio settimana a Marrakech durante il vertice delle Nazioni Unite, ha creato anche disaccordi in Italia.

Il premier belga, Charles Michel, ha preso atto delle dimissioni e ha ribadito che non fare una marcia indietro, confermando la firma del Global Compact. “Prenderò un volo per Marrakech, in quanto capo del governo di una coalizione responsabile – ha dichiarato Michel in conferenza stampa -. Devo assumere le mie responsabilità da primo ministro e assicurare continuità, responsabilità e stabilità”.

Questo ha provocato il ritiro di N-VA della coalizione di governo. Dovranno essere sostituiti 15 ministri dell’esecutivo: il ministro degli Interni, Jan Jambon; il ministro delle Finanze, Johan Van Overtvedlt; il ministro della Difesa, Sander Loons; oltre al segretario di Stato per gli Asili e la Migrazione, Theo Francken e la secretaria di Stato per l’Uguaglianza, Zuhal Demir, tra altri. Così il governo belga resterà soltanto con il sostegno dei Cristiano-Democratici e Fiamminghi e dei liberali fiamminghi Open VLD.

Con il ritiro dei ministri nazionalisti fiamminghi, il premier Michel si troverà nel difficile compito di guidare l’esecutivo in minoranza, a cinque mesi dalle prossime elezioni legislative nazionali e dalle elezioni europee previsto per maggio 2019. Molte volte, in questi ultimi quattro anni, il governo belga è entrato in crisi a causa delle posizioni adottate dalla N-VA sul tema della migrazione.

Ora il governo dovrà cercare sostegno nell’opposizione per potere approvare la legge sul Bilancio del 2019 e restare al potere fino al 26 maggio, giorno delle prossime elezioni generali.

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