Si avvicina alla conclusione del quarto anno il mandato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Mi ha contattato un giornalista straniero chiedendomi di tracciare un profilo di questo primo triennio, ed eccolo a voi.
Eletto il 31 gennaio del 2015 al quarto scrutinio, Mattarella ha iniziato la presidenza con un profilo meno interventista del suo predecessore.
In tanti avevano bollato i primi mesi del suo mandato come grigio e di passaggio. Ma è stato l’esatto contrario.
Mattarella, da fine giurista, ha esercitato il suo ruolo in maniera non urlata ma decisa.
Ha saputo gestire la complessità del 4 marzo, consapevole che bisognava ascoltare le istanze dell’elettorato che aveva premiato alle elezioni politiche il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e la Lega di Matteo Salvini.
Il Presidente si è mosso con accortezza in tutte le fasi successive legate alla formazione e alla vita del Governo guidato da Giuseppe Conte.
La sua saggezza ha esaltato e reso centrale il ruolo della Presidenza della Repubblica, senza le esasperazioni e gli strappi di alcuni suoi predecessori.
Un lavoro spesso silenzioso e di tessitura nel quale Mattarella è affiancato dal Segretario Generale del Quirinale Ugo Zampetti e da alcuni tra i suoi più stretti consiglieri.
Una squadra, non nota al grande pubblico, che supporta Mattarella e di cui fanno parte tra gli altri il Direttore dell’Ufficio della Segreteria generale Daniele Cabras, il Direttore dell’Ufficio di Segreteria del Presidente Simone Guerrini e i consiglieri Gianfranco Astori (per l’Informazione), Giancarlo Montedoro (per gli Affari Giuridici e Relazioni Costituzionali), Emanuela D’Alessandro (Consigliere Diplomatico), Rolando Mosca Moschini (per la Difesa), Emilia Mazzuca (per gli Affari interni), Stefano Erbani (per la Giustizia), Giovanni Grasso (per la Stampa), Giuseppe Fotia (per gli Affari finanziari), Francesco Saverio Garofani (per le questioni istituzionali), Luisa Corazza (per le questioni di carattere sociale) e il capo del Servizio tutela dei clienti e antiriciclaggio della Banca d’Italia Magda Bianco (per la politica economica) e la discreta e sempre presente segretaria particolare Leandra Tobini.
Sotto la sua guida la Presidenza della Repubblica è diventata sempre più la “Casa degli Italiani”.
Il Palazzo del Quirinale, aperto al pubblico, è ormai diventato una delle mete del turismo a Roma, e anche Castel Porziano è visitabile durante i mesi estivi.
Solo ultima in ordine di tempo, la decisione di far diventare Palazzo San Felice in Via della Dataria, che fino al suo mandato ospitava 43 alloggi per il personale del Quirinale, sede della biblioteca di
Archeologia e Storia dell’Arte, che ora occupa Palazzo Venezia.
Mattarella, infatti, appena insediato aveva deciso di tagliare i benefit a dirigenti e consiglieri, dalle auto blu agli alloggi di servizio. Dunque nessuno dei dirigenti nominati nel suo settennato
aveva mai preso possesso di queste stanze e Palazzo San Felice ha potuto ospitare i 400 mila volumi della Biblioteca.
Il settennato ha da poco superato il giro di boa e, date le premesse, vien da pensare che il meglio debba ancora venire…