E’ in corso a Milano nella sede di Borsa Italiana l'”Italy Corporate Governance Conference”.
Ho trovato molto acuto l’intervento del Presidente Assogestioni e AD di Eurizon Tommaso Corcos.
Ecco cosa ha detto:
“In quanto “money manager” e non “company manager”, agli investitori istituzionali spetta un ruolo attivo nella governance delle società emittenti: si tratta del ruolo di “steward”, ovvero di azionista consapevole che esercita i propri diritti attraverso le attività di monitoraggio, engagement e voting.
L’Italia è stata uno dei primi Paesi ad aver adottato i Principi di Stewardship, una serie di best practises definite per favorire il dialogo e la collaborazione tra gli investitori istituzionali e le società emittenti.
Quest’approccio è stato rafforzato con la Shareholder Rights Directive II che evidenzia come un forte
coinvolgimento degli investitori nella corporate governance sia una delle leve che può aiutare a migliorare i risultati finanziari e non-finanziari delle società, inclusi quelli relativi a fattori ambientali, sociali e di governance.
I dati relativi all’ultima stagione assembleare danno piena evidenza dell’impegno dei gestori in quest’attività.
Nel 2018, gli investitori istituzionali coordinati dal Comitato dei Gestori di Assogestioni hanno depositato 83 liste di candidati in 60 società molte appartenenti al FTSE Mib e al MID Cap, ma anche ad aziende dell’AIM.
Sono stati eletti 99 candidati presentati di cui 58 consiglieri di amministrazione e 41 sindaci. Oggi
complessivamente risultano in carica 216 tra amministratori e sindaci eletti dalle liste presentate dal Comitato dei gestori.
Negli ultimi anni, la composizione dei consigli di amministrazione è diventata una priorità per noi investitori.
D’altro canto gli investitori stessi assumono un ruolo fondamentale nel favorire una composizione dei CdA adatta al perseguimento delle strategie di sviluppo delle società. Ci aspettiamo che i consigli di
amministrazione dedichino un’attenzione crescente alle strategie di lungo periodo, alla supervisione dei
risultati secondo i criteri ESG e al contributo al raggiungimento dei Sustainable Development Goals.
I Consigli di Amministrazione devono incorporare quelle competenze che le società necessitano per
raggiungere un vantaggio competitivo. Queste includono, oltre che conoscenze tradizionali e finanziarie
dell’industria, nuove competenze come cybersecurity, strategie digitali e conoscenza di mercati innovativi. E’ la prima volta che ai membri dei CdA sono richieste queste aree di competenza.
Oltre all’importanza del concetto di “indipendenza”, aspetto fondamentale nella formazione delle liste di
candidati, gli investitori stanno considerando sempre più anche aspetti di “diversity” nei CdA. L’Italia ha modificano i principi di Corporate Governance nel 2018 per dare maggiore risalto al concetto della “diversity”.
E’ stata riconosciuta l’importanza della “diversità di genere” pur mantenendo come prioritarie le competenze professionali, in quanto elementi cruciali per un’adeguata composizione del CdA. In poche parole, ciò che è importante è la diversità di pensiero e di prospettiva.
Gli investitori sono sempre più impegnati su questi temi. Noi di Eurizon per esempio stiamo dedicando risorse sempre maggiori sui temi di governance delle società in cui investiamo.
E’ stato da tempo superato l’approccio di “check-the-box”, nella convinzione che la ricerca di una migliore corporate governance sia una delle leve per ottenere migliori performance dalle società in cui si investe.
L’Italian Corporate Governance Code suggerisce l’adozione della Board evaluation e delle relative Linee Guida che permettono al board stesso di misurare e aggiustare la propria strategia e agli investitori di acquisire fiducia per l’attività futura di preparazione dei CdA. Dare agli azionisti un quadro chiaro della composizione futura desiderata del consiglio dimostra un forte impegno per la successione consiliare in corso. È importante che le aziende colleghino le valutazioni del CdA al processo di successione, identificando i punti di debolezza da risolvere perché la composizione del board sia allineata con la strategia a breve e lungo termine. Inoltre, comunicare le linee guida per la futura composizione dei consigli agli investitori e coinvolgerli prima dell’elezione del consiglio di amministrazione può portare nuovi punti di vista a beneficio delle imprese, innescando un ciclo positivo di valutazione del consiglio, orientamento, comunicazione agli investitori e successione del CdA.
Per concludere, la recente stagione assembleare è una conferma dell’impegno degli investitori istituzionali per sviluppare un dialogo continuo e costruttivo con le società in cui investono. Un dialogo che verrebbe ulteriormente rafforzato da un processo di comunicazione che parte dalla Board evaluation e che vede nell’orientamento il giusto strumento per individuare e comunicare le competenze necessarie per assicurare una gestione efficace e competente della Società.
Le sfide della Corporate Governance. Parla Tommaso Corcos
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