Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Chi è Mark Milley, il prossimo capo delle Forze armate Usa scelto da Trump

usa, siria isis iran, protezionismo, trump, dazi, cina, economisti, singapore

Dopo aver riempito le caselle per il procuratore generale (William Barr) e l’ambasciatore all’Onu (Heather Nauert), Donald Trump rende nota la decisione sul prossimo capo di Stato maggiore della Difesa. A partire dal prossimo anno, sarà Mark Milley a guidare le Forze armate più potenti al mondo. Negli ultimi tempi, guardando con apprensione a Russia e Cina, il generale dello US Army ha lavorato soprattutto per incrementare la prontezza operativa dell’Esercito.

I TWEET DI TRUMP

L’annuncio era atteso in serata in occasione della sfida annuale di football americano tra le accademie di Marina ed Esercito, l’Army-Naval Game. Donald Trump però ha spiazzato tutti, con un doppio tweet nella mattinata americana: “Sono lieto di annunciare la nomina del generale quattro-stelle Mark Milley, capo di Stato maggiore dell’Esercito, come presidente degli Stati maggiori riuniti (l’equivalente del nostro capo di Stato maggiore della Difesa, ndr), che prenderà il posto del generale Joe Dunford; sono grato a entrambi questi incredibili uomini per il servizio che hanno reso al Paese”.

LA STOCCATA SULL’ESERCITO EUROPEO

Pare in tal senso significativo che i cinguettii siano stati preceduti da un tweet dedicato (ancora una volta) al tema dell’esercito europeo, lo stesso che aveva fatto litigare il presidente con il collega francese Emmanuel Macron in occasione delle celebrazioni per il centenario della fine della Grande Guerra. “L’idea di un esercito europeo non ha funzionato tanto bene durante la prima o la seconda guerra mondiale; eppure gli Stati Uniti erano lì per voi, e sempre ci saranno”. Poi, la stoccata su un altro tema caro a Trump: “Tutto quello che chiediamo è che paghiate la giusta quota della Nato; la Germania sta spendendo l’1% (del Pil in difesa, rispetto all’obiettivo del 2% entro il 2024 definito dal vertice in Galles, ndr) mentre gli Usa pagano il 4,3% di un Pil molto più grande per proteggere l’Europa”.

LA CARRIERA DI MILLER

Temi su cui si troverà a lavorare dal prossimo anno Mark Milley. A capo dell’Esercito dal 2015, il generale ha precedentemente comandato lo US Army Forces Command (ForsCom) con sede a Fort Bragg in North Carolina, il più grande comando statunitense delle forze terrestri, con competenze su impegni all’estero e sui comandi combatant dell’Army. Originario di Winchester in Massachusetts e laureato a Princeton, se confermato dal Senato, Milley arriverà al vertice delle Forze armate dopo 35 anni di servizio, durante i quali ha ricoperto numerose posizioni di comando, anche nelle forze speciali. Ha operato in Afghanistan con la missione Isaf (poi sostituita da Resolute Support, ancora in vigore), in Iraq con “Iraqi Freedom”, in Bosnia Erzegovina con Joint Endeavor e in tanti altri Paesi, dalla Somalia alla Colombia, passando per Haiti e Panama. Ha lavorato anche al Pentagono come assistente militare del segretario della Difesa.

IL CAMBIO DELLA GUARDIA

Milley prenderà il posto del generale dei Marines Joseph Dunford, alla guida delle Forze Usa dall’ottobre del 2015, quando fu scelto dall’allora presidente Barack Obama. Lo scorso anno fu confermato da Trump per un altro biennio, ragion per cui terminerà il proprio mandato a ottobre del 2019. Nonostante lo stesso presidente abbia specificato che la data per la transizione è ancora da definire, è improbabile che il cambio della guardia avvenga prima, considerando che è consuetudine per gli States che la scelta della successione sia resa nota circa un anno prima della scadenza del mandato. Negli ultimi anni, Milley ha promosso diversi progetti di adattamento della postura militare americana, proponendo la creazione di unità specializzate per il training in Afghanistan e una maggiore attenzione alla prontezza dell’Esercito, con particolare preoccupazione per Russia e Cina.

LE DISTANZE TRA TRUMP MATTIS

In una scelta che pare alimentare poche polemiche (cosa anomala per l’amministrazione Trump), il Washington Post riporta le distanze tra il presidente e il capo del Pentagono James Mattis. Che il clima tra i due non sia quello dei primi tempi è ormai chiaro, tanto che lo stesso Trump aveva lasciato intendere la possibilità di un cambio al dipartimento della Difesa (“ho la fila di persone che potrebbero ricoprire tale ruolo”, ha detto qualche settimana fa). La scelta di Milley avrebbe ulteriormente indispettito Mattis, che si aspettava l’individuazione del generale David Goldfein, massimo rappresentante dell’Air Force; una scelta che avrebbe rispettato l’alternanza tra le Forze armate. Dunford (dei Marines) aveva infatti sostituito Martin Dempsey, esponente dell’Esercito, che ha sua volta era successo a un ammiraglio della Navy, Michael Mullen. Prima di lui era stato Peter Pace, altro rappresentante dei Marines. L’ultimo aeronautico fu Richard Myers, che lasciò l’incarico nel lontano 2005.

×

Iscriviti alla newsletter