Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

I presagi non sono favorevoli. Né per la democrazia, né per l’economia

repubblica, democrazia

Se questo è l’inizio della Terza Repubblica, i presagi non sono favorevoli né per la democrazia né per l’economia. Per la democrazia, è la prima volta dall’inizio del Regno d’Italia che una legge fondamentale come quella relativa al bilancio dello Stato viene, in primo luogo, riscritta quasi su dettatura di un organismo internazionale, in secondo luogo infarcita di emendamenti particolaristico – clientelari (di cui uno fatto su misura per evitare conseguenze giudiziarie, forse penali, alla famiglia di un esponente politico di governo) ed inviata al Senato senza dare la possibilità di discuterla, oltraggiando il Parlamento.

Per l’economia, nelle confuse ore in cui è stato elaborato il provvedimento, sono stati tolti i pochi elementi che avrebbero potuto operare in senso anti-ciclico in una fase in cui si addensano nubi di una nuova recessione: gli investimenti pubblici. E ciò mentre si crea una Centrale per la progettazione di ispirazione sovietica e soprattutto al fine di dare spazio, oltre che alle norme particolaristico–clientelari citate, ad un vasto programma assistenzialistico destinato ad incoraggiare quel “lavoro nero” che pare essere praticato da congiunti da esponenti politici al governo.

Con un’intervista ad un quotidiano, la mattina del 22 dicembre, giorno in cui il testo della manovra sarebbe, nel pomeriggio, approdato al Senato, lo stesso ministro per gli Affari Europei Prof. Paolo Savona, si è dissociato dalla “manovra” sottolineando che con un livello così basso di investimenti pubblici sarà impossibile raggiungere quel tasso di crescita dell’ 1% nel 2019 su cui regge l’intero edificio contabile. In tempi normali, ciò avrebbe provocato una crisi di governo.

Nel breve periodo (2019), i modelli econometrici indicano crescita rasoterra o negativa, aumento della disoccupazione, del disagio e della povertà. Risultati di cui non si può essere orgogliosi.

Cosa fare? I sondaggi indicano che il governo gialloverde gode di un forte consenso. Vedremo se sarà così dopo l’approvazione in modo così confuso ed autoritario della legge di bilancio. Non saranno solamente i nostalgici della democrazia parlamentare a protestare. Oppure i funzionari dello Stato trattati come “traditori” da una parte della maggioranza, nonostante abbiamo lavorato giornate e nottate intere per cercare di dare una forma accettabili a richieste che destavano forte perplessità per i loro contenuti particolaristici e per la loro scarsa elaborazione.

La Lega perderà consenso, soprattutto al Nord, in quello che è stato per anni uno dei suoi capisaldi: il ceto imprenditoriale e manageriale, in attività o in pensione, stanco della vera e propria campagna di rabbia sociale scatenata dal governo di cui fa parte e della rottura di contratti come quelli previdenziali. Ne perderà anche tra coloro che la hanno considerata un “custode delle regole” e tra tassisti e NCC.

Per il M5S, la partita si gioca al Sud. Molte carte sono puntate sull’”uomo che viene dal Mississippi”, il sociologo pugliese Mimmo Parisi che insegna negli Stati Uniti ed è stato uno degli ispiratori nel navigator, la carta elettronica per accedere alla “rendita di cittadinanza”. Vediamo se la scommessa funziona e mette in rete “efficientati” Centri per l’impiego. Sulla base dell’esperienza (anche quella personale mia e di altri come Vittorio Barattieri e Carlo Cottarelli) nutro molti dubbi. Da siciliano so che il voto è mobile, come “la donna” di cui canta il Duca di Mantova nel verdiano Rigoletto. Se la “rendita” non sarà presto nelle tasche di chi può affiancarla al reddito in nero, il M5S avrà puntato sul due di coppe mentre briscola è denari.

×

Iscriviti alla newsletter