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La Space Force sarà alle dipendenze dell’Aeronautica. Il piano del Pentagono

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La spuntano l’Aeronautica e il Pentagono. La Space Force sarà inserita nel dipartimento della Usaf, non proprio un sesto braccio armato autonomo dal controllo dell’aviazione. Certo, bisognerà vedere come Donald Trump accoglierà la proposta, ancora in fase embrionale e suscettibile di future modifiche. Il disegno di legge, che il presidente ha chiesto di elaborare al dipartimento della Difesa, dovrebbe essere presentato all’inizio del nuovo anno, ma DefenseNews l’ha potuto visionare, rivelandone alcuni dettagli.

COME SARÀ LA SPACE FORCE

La vera novità è che la Space Force non avrà i caratteri di una Forza armata a sé stante. “È stabilita una Us Space Force come forza armata all’interno del dipartimento dell’Air Force”, si legge nel documento. Ad ogni modo, il nuovo servizio avrà un sottosegretario responsabile (“per la supervisione collettiva”) e un capo di stato maggiore che siederà al tavolo con i colleghi delle varie forze armate. “La Space Force sarà organizzata, addestrata ed equipaggiata per fornire libertà di operazioni nel, dal e al dominio spaziale, per gli Stati Uniti e i loro alleati”, spiega il documento. L’obiettivo è anche “fornire opzioni militari indipendenti a leadership nazionale e comune, e abilitare la letalità e l’efficacia della forza comune”. Ci sarà una componente attiva e una di riserva, esattamente come avviene per le altre Forze armate. “Includerà funzioni sia combat che di supporto al combattimento, così da permettere operazioni spaziali, e condivise in tutti i domini, che siano pronte e supportate, offensive e difensive”.

LA VITTORIA DELL’AIR FORCE

Se le cose restassero così, sarebbe una grande vittoria per Heather Wilson, il segretario della Usaf che più di tutti si era mostrata scettica nei confronti della volontà presidenziale. Una titubanza naturale, considerando che l’Aeronautica sarà inevitabilmente il maggior contributore della nuova Space Force, cedendole risorse, unità e capacità rilevanti. Gli stessi dubbi erano stati palesati dal Pentagono, per niente convinto dell’utilità di creare una nuova Forza armata. Sul punto, il segretario James Mattis (che ieri ha annunciato il suo ritiro) era stato costretto a mollare la presa di fronte alla pressione di Trump, che a giungo ordinava al suo dipartimento di preparare la bozza di legge.

LA RELAZIONE CON LO US SPACE COMMAND

Nel frattempo, il piano del Pentagono ha comunque già dato i suoi frutti. Solo pochi giorni fa, il presidente ha firmato l’ordine esecutivo per la creazione dello Us Space Command, l’undicesimo comando unificato combatant, con carattere e funzioni operative. Secondo la tabella di marcia della Difesa, è da intendere come propedeutico al complessivo potenziamento dell’impegno militare oltre l’atmosfera, e non alternativo alla Space Force. Lo ha detto il vice segretario Patrick Shanahan, incaricato di gestire gli sforzi per il sesto braccio armato e preparare la proposta di legge: “La Space Force – ha scritto su Twitter – servirà a fornire personali, assetti e capacità a supporto delle operazioni spaziali, mentre lo Space Command sarà il comando operativo che impiegherà le capacità spaziali e guiderà le operazioni”. Una volta che entrambi saranno a lavoro, “funzioneranno in parallelo a quanto avviene per le altre cinque Forze armate e i quattro comandi combatant funzionali”. Certo, ad ora nella proposta di legge (stando a quanto riporta DefenseNews) non è ancora chiaro quali saranno le interazioni tra le due strutture, né i rapporti con la Space Devolpment Agency, pensata per riunire le responsabilità intorno al procurement spaziale militare.

UN RITORNO ALLE ORIGINI

Così pensata, la Space Force ricorda l’idea originaria che era emersa nel primo dibattito parlamentare lo scorso anno. Allora, il confronto (piuttosto trasversale tra repubblicani e democratici) riguardava la possibilità di creare uno Space Corp, immaginato come un’entità alle dipendenze del dipartimento dell’Air Force ma dotato di ampia autonomia, paragonabile a quella del Corpo dei Marines. L’ipotesi era poi sfumata per via del forte endorsement della Casa Bianca sulla Space Force, una virata che era riuscita a rompere anche le resistenza del Pentagono e dell’Usaf.

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