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Il 2019 parte bene per il debito pubblico. E Salvini festeggia

Il governo può concentrarsi su Carige, la Tav, le trivelle e i migranti. Perché la sostenibilità del debito italiano, almeno per il momento, è garantita. Gli investitori esteri credono ancora nella discreta salute dei nostri conti pubblici. La prova? L’asta Bot di questa mattina, la prima del 2019.  Il Tesoro ha collocato 7 miliardi di euro di Bot annuali, con un sensibile ripiegamento dei rendimenti medi di assegnazione, pari allo 0,285%, in discesa rispetto allo 0,37% di un mese fa, quando i tassi esano scesi notevolmente rispetto ai mesi precedenti a seguito dell’attenuarsi delle tensioni sullo spread con l’emergere della possibilità di un accordo con l’Ue al fine di evitare la procedura d’infrazione.

A ottobre il tasso di assegnazione del Bot annuale aveva infatti toccato un picco allo 0,949%. Il rapporto bid-to-cover è stato pari a 1,54, in calo rispetto all’1,62 di dicembre, con domanda complessiva per 10,79 miliardi di euro. Sembrano insomma lontani i giorni burrascosi dello spread a 300 punti base, quando aumentando la sfiducia verso il debito italiano, piazzare i nostri titoli richiedeva la promessa di cedole più ricche (da giugno, mese dell’insediamento del governo Lega-5 Stelle, a novembre dello stesso anno i rendimenti sui titoli sono diventati positivi e tutte le emissioni hanno totalizzato un rincaro di interessi si 177 milioni di euro, qui l’articolo di Formiche.net sui conti dello spread).

Il buon inizio sul fronte del debito ha scatenato la gioia di Matteo Salvini, che non ha perso tempo a esprimere la propria soddisfazione. “Grande soddisfazione per il collocamento dei buoni per 7 miliardi di euro, è la dimostrazione della grande fiducia degli investitori nei confronti del sistema Italia. La nostra è un’economia sana alla faccia dei gufi, avanti così”

Attenzione però a non cantar vittoria troppo presto perché il debito da collocare sul mercato è ancora molto. Tanto per cominciare il Tesoro domani terrà l’asta di Btp a media-lunga scadenza per massimi 6,5 miliardi (titoli a 3, 7 e 30 anni) mentre per tutto il mese di gennaio sono previste aste per 54 miliardi. Ma se il buongiorno si vede dal mattino.

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