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La Befana e il carbone a 5 stelle. La versione del prof. Pennisi

Ogni coincidenza con fatti e personaggi reali è puramente casuale

Per l’Epifania che, come è noto, tutte le feste si porta via, l’onorevole signor Luigi Di Maio ha interrotto la vacanza in montagna con il dott, ex onorevole, Alessandro Di Battista per raggiungere il focolare natio, ben condonato, nei pressi di Napoli ed attendere con la famiglia le strenne della Befana.

La vecchietta volante è passata nella notte, entrata attraverso il camino (anche esso condonato) e ha lasciato le calze piene di varie cose. Padre, madre, fratello e sorella hanno trovato una calza ciascuno. La Befana ha dovuto meditare a lungo su come riempirle. Da un lato, dato che c’è un inchiesta in corso per varie strane faccende, il ‘principio di precauzione’, ben noto agli economisti ed agli statistici, le consigliava o di non portare nulla o di riempire le tre calze con cenere e carbone. Ma la vecchietta non vuole fare piangere nessuno. Ed è garantista. Quindi, ciascuna delle quattro calze è a metà piena di cenere e carbone ed a metà di panettoncini mono porzioni e torroni, tutti acquistati dal cinese ‘sotto casa’ poiché se fossero di marca si potrebbe pensare che nei suoi viaggi notturni, ella voglia pregiudicare le decisioni degli inquirenti e la verità giudiziaria quale verrà definita dalla magistratura.

Per Giggino la Befana ha approntato due calze: una colma di godurie (‘made in Italy’ e di livello); l’altra piena di cenere e carbone. Le due calze sono frutto di un ragionamento lungo, meditato e rigoroso, anche se ad un primo impulso (molto emotivo) avrebbe voluto usare la scopa per sculacciare l’onorevole signor al grido Non è mai troppo tardi, celebre programma televisivo degli anni Cinquanta.

Riflettendo, ha concluso, però, che proprio lei sarà uno dei beneficiari della ‘rendita’ di cittadinanza che,  lei lo sa, si ostinano a chiamare ‘reddito’ solo perché o non sono andati a scuola o ci si sono andati male (senza studiare) dato che anche una povera vecchietta come lei sa che il ‘reddito’ è frutto o di lavoro o di investimenti. Comunque, alla Befana la ‘rendita’ piace assai ed ha già riempito di dolciumi il Centro per l’Impiego di Castelnuovo di Napoli in quel di Viale degli Oleandri (il più vicino a Pomigliano d’Arco) per esserne una delle prime a fruirne.

Ben inteso, lei (la Befana) non ha bisogno di nulla, ma ha tutti i titoli per la ‘rendita’. Viene vestita e nutrita da ‘Nonno Gelo’, il Re supremo dell’inverno (lo stesso de La Fanciulla di Neve di Tchaikovsky) che le dà anche in comodato gratuito il suo principale strumento di lavoro, la scopa, che come i decoder di certe televisioni viene cambiato ogni anno. Ha in dotazione pure l’abbigliamento professionale: vestiti di stracci e scarpe tutte rotte. Non ha un ‘posto’ fisso, ma lavora al nero, anzi al nerissimo una notte l’anno.

Continuerebbe a farlo, ovviamente , con la ‘rendita’ di 780 euro al mese. Come utilizzerebbe la ‘rendita’? Comprerebbe vestiti ‘non professionali’ e giocherebbe al ‘bingo’, come amano fare soprattutto le sue colleghe e coetanee britanniche. Ma il bingo pare vietato dalle regole della ‘rendita’? Sa già che i decreti di Giggino verranno applicati pragmaticamente, specialmente in quel di Pomigliano d’Arco dove c’è una delle migliori ‘sale bingo’ del Paese. E la formazione? Opterà per la telematica, che si fa da casa. E le offerte di lavoro da non rifiutare? Se qualcuno si azzarda, avrà solo cenere e carbone per il resto dei suoi anni. Ed alla fine del periodo? Passerà alla ‘pensione di cittadinanza’. Con la gioia di non avere mai contribuito un becco di un quattrino.

Perché allora la calza di cenere a carbone? Giggino è stato malandrino nell’interpretare in modo artato il ‘contratto di governo ’ specialmente in materia di pensioni, dove rischia sculacciate non da lei ma dall’intera Corte Costituzionale. Sta poi facendo scivolare in recessione l’Italia. ‘Nonno Gelo’ è molto arrabbiato e vuole mandargli un messaggio eloquente.

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