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Il dovere di ricordare Federico Caffè

Avvicinarsi alla figura di Federico Caffè è un’esperienza straordinaria e indimenticabile.
Quando nel 1987 la stampa cominciò a diffondere la notizia della scomparsa , Leonardo Sciascia entrava lentamente nella sera della sua vita. Il grande autore siciliano aveva un decennio prima dedicato un saggio ad un’altra misteriosa uscita di scena ovvero quella di Ettore Majorana. L’intreccio tra letteratura e realtà ha segnato da sempre un punto di contatto su queste due vicende che in una qualche maniera sembrano uscite dalla fantasia giallistica. Questo aspetto quasi mistico che ha reso memorabile l’arte dello scomparire ha però in varie occasioni prevalso sulla forza del pensiero, tenacemente attuale in un momento di reale smarrimento sociale. Basta scorrere alcuni titoli di Federico Caffè per capire in primo luogo il valore sociale di scelte economiche. La ricerca costante di una civiltà possibile è la sede naturale di un impegno costante al tempo stesso intellettuale e concreto. L’immediata adesione alla realtà è la dimostrazione che nelle aule universitarie non abita solo la teorizzazione senza applicazione alla società civile, ma Caffè rappresenta il pensiero che si fa azione, che si spande tra le donne e gli uomini che ogni mattina si impegnano per una società migliore nei diversi ambiti professionali. E poi ci sono gli ultimi. Non da trattare come materia da sussidio, ma come persone da rispettare e da collocare con la necessaria dignità nella società di tutti, nella società di eguali.
Il compito di chi divulga ad ogni livello deve dunque essere quello di ricordare Federico Caffè ogni giorno, incessantemente. Di farlo conoscere per quello che è oltre il sopravvenuto thriller. Occorre tornare all’essenza. Alla nascita del pensiero e al suo successivo sviluppo. Cosa avrebbe detto? Semplice, basta leggere i suoi scritti. Infatti, questo piccolo uomo dalle vedute infinite ancora ci parla e ci indica la strada. Solo i miopi non riescono a mettere a fuoco i suoi insegnamenti. Solo i sordi non riescono a sentirne il grido che aiuta a non cascare nel tranello degli imbonitori. Federico Caffè è nato il 6 gennaio del 1914 e alla vigilia del suo compleanno è bello pensare che persone così non muoiono mai ma si trasformano in luce.

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