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L’Italia ha bisogno di un partito dello sviluppo. E Forza Italia lo è. Parla Tajani

Nel fine settimana i gilet azzurri di Forza Italia hanno popolato 200 piazze italiane per festeggiare i primi 25 anni del partito e per rilanciare il partito in vista delle sfide elettorali amministrative ed europee. Formiche.net ha sentito Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e uomo di punta del partito, sull’anniversario di Forza Italia e sulla candidatura del presidente Berlusconi al Parlamento Ue.

Forza Italia compie 25 anni. Che significato ha questo anniversario?

Abbiamo scelto di festeggiare i 25 anni di Forza Italia con la mobilitazione dei gilet azzurri in tutta le città d’Italia con centinaia di gazebo e centinaia di presenze per ribadire il nostro impegno, per guardare al futuro per combattere le grandi battaglie che deve affrontare il nostro Paese a cominciare dalla lotta alla disoccupazione che si affronta riducendo la pressione fiscale, aiutando le imprese a creare lavoro e puntando sullo sviluppo di un sistema di infrastrutture moderno e competitivo.

Questo governo non sta lavorando per rendere il Paese più competitivo?

Non si stimola la competitività bloccando la Tav, non si combatte la disoccupazione con il reddito dì cittadinanza ma riducendo le tasse alle imprese. L’Italia si ritrova ad affrontare oggi gli stessi problemi del ’94. Ecco noi siamo scesi in campo con le stesse ragioni di impegno guardando al futuro con una mobilitazione che vuole identificare attraverso il gilet azzurro una Forza Italia che si impegna, una Forza Italia che costruisce. Ecco noi siamo l’opposto dei gilet gialli: loro vogliono distruggere i negozi, noi li vogliamo far riempire per aumentare i consumi, loro tirano le molotov contro la polizia noi invece siamo dalla parte delle forze dell’ordine.

Com’è cambiata l’Italia in questi 25 anni?

L’Italia ha avuto un percorso sinusoidale, a volte è migliorata, a volte è peggiorata. Ora con questo governo, dopo gli anni di crisi, il nostro Paese rischia di andare in recessione perché hanno commesso errori gravissimi in politica economica. Se il prossimo anno la crescita sarà dello 0,4, 0,5 per cento vuol dire che le cose non vanno e che è sbagliata tutta la politica economica del governo.

Che significato ha, invece, la scelta del presidente Berlusconi di tornare in campo per le elezioni europee a 25 anni dalla prima “discesa in campo”?

È sicuramente uno stimolo che ci permetterà di raccogliere più consensi, perché quando un partito non può candidare il proprio leader è in sofferenza, la presenza di Berlusconi alzerà sicuramente le nostre percentuali, poi credo che sia giusto restituirgli ciò che gli è stato tolto ingiustamente violando le regole. Il suo sarà un seggio di rappresentanza popolare. Oggi l’Europa deve affrontare grandi sfide e il suo contributo sarà determinante, ricordiamo che Berlusconi ha fatto stringere la mano a Putin e Bush e ha lavorato tanto per accrescere la credibilità internazionale del nostro Paese. Come in passato anche oggi il presidente riuscirà ad aiutare l’Europa, a contare di più nel mondo e l’Italia a contare di più in Europa.

Qual è l’opinione che hanno i leader internazionali del presidente Berlusconi?

Io credo che sia considerato il politico italiano che più di ogni altro è in grado di intervenire sulle grandi questioni internazionali, l’ultimo grande leader che ha avuto il nostro Paese. Dopo Andreotti e Craxi c’è stato e Berlusconi. Poi è finita.

L’Italia rischia di essere inascoltata se non manda in Europa e negli organismi internazionali profili di spicco?

Se ci affidiamo a questo governo certamente rischiamo di essere inascoltati, anzi lo siamo già. Questo è un governo isolato, che ha isolato l’Italia, che non fa fare nulla per la crescita del nostro Paese, l’abbiamo visto in questa fase. Purtroppo l’Italia non conta con questo governo. Lo vediamo anche oggi sulla vicenda Maduro, la Spagna, la Germania e la Francia hanno preso posizione. L’Italia, dato che i ministri del governo litigano tra di loro, non è in grado di assumere una posizione in difesa della democrazia e della libertà.

Dopo l’alleanza con il M5S la Lega può essere ancora considerata un partner affidabile per future coalizioni?

La Lega è naturalmente di centrodestra, e credo anche che a un certo punto dovrà staccare la spina a questo governo, prima lo fa meglio è perché questo è un governo contro natura che non va da nessuna parte e, soprattutto, è contro gli interessi degli italiani. Un governo a trazione Cinque Stelle con la presenza della Lega che finisce per essere solo di supporto al Movimento Cinque Stelle.

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