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Scintille per il gas a Cipro. Nicosia denuncia Ankara all’Onu

Cipro denuncia la Turchia all’Onu per l’attività di ricerca del gas nella Zee. Si infiamma nuovamente il dossier idrocarburi nel Mediterraneo orientale, con le provocazioni di Ankara che non si fermano mentre i players accreditati nella Zee sono operativi, come l’americana Exxon.

Quest’ultima accusa un ritardo nelle operazioni, per via di un danno al sistema del trapano “Icemax Stena”, che sarà riparato da un robot subacqueo.

Il tutto mentre il prossimo 30 gennaio il Consiglio di Sicurezza si occuperà della risoluzione sul mandato della forza di pace delle Nazioni Unite a Cipro (Unficyp).

QUI NICOSIA

Contro le provocatorie azioni turche nella sua Zona economica esclusiva, condotte lo scorso ottobre, ecco che la protesta di Nicosia da giornali e agenzie si trasferisce nelle sedi competenti internazionali. La denuncia formale è stata presentata in una lettera datata 12 dicembre 2018 al Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ed è stata divulgata il 31 dicembre come documento ufficiale dell’Assemblea generale.

Nella lettera, il rappresentante permanente di Cipro presso l’Onu Kornelios Korneliou ha descritto le attività illegali della nave da ricerca turca Barbaros con queste parole: “Il 18 ottobre 2018, la nave di indagine statale turca Barbaros Hayreddin Paşa e le navi di supporto, accompagnate e sostenute da navi da guerra turche, hanno iniziato indagini sismiche nelle aree sud-ovest della piattaforma continentale denominata Zee”. Aggiungendo che l’incursione includeva “blocchi di esplorazione degli idrocarburi 4 e 5.”

Inoltre, si legge, l’area è stata presumibilmente riservata alle indagini sismiche da parte della Turchia, attraverso un Navtex (un avviso di navigazione) non autorizzato datato 16 ottobre, per il periodo dal 18 ottobre 2018 al primo febbraio 2019.

QUI ONU

Secondo Korneliou, rappresentante permanente di Cipro presso l’Onu, già rappresentante permanente presso l’Unione europea ed ex Ambasciatore e plenipotenziario della Repubblica di Cipro in Francia, le indagini costituiscono una violazione da parte della Turchia dei diritti sovrani di Cipro in base al diritto internazionale e, in particolare, della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (Unclos).

E ha ricordato all’Onu che il ministro degli Esteri cipriota Nikos Christodoulides ha invitato la Turchia ad avviare negoziati con Cipro al fine di raggiungere un accordo sulla delimitazione delle nostre rispettive zone marittime.

“Cipro ritiene che i due Stati dovrebbero impegnarsi in negoziati significativi condotti in buona fede al fine di raggiungere un accordo, come previsto dal diritto internazionale, contribuendo così alla creazione di un ambiente stabile e sicuro nel Mediterraneo orientale”.

La Repubblica di Cipro ha avviato la strutturazione della Zee nel 2004, siglando accordi di delimitazione con Libano, Egitto, e Israele.

QUI ANKARA

Ma la strategia turca è indirizzata alla costituzione tout court di un player macro regionale che sia soggetto qualificato e pertinente tanto nel quadrante euromediterraneo tanto in quello mediorientale. È la ragione per cui Erdogan non intende rinunciare al gas a Cipro nonostante non possa avanzare pretese di natura giuridica.

L’ultima mossa turca è datata 3 gennaio, quando ha inviato tre navi da ricerca su una piattaforma continentale greca per effettuare le indagini sismografiche a sud di Kastelorizo, come dimostra una direttiva emanata ai naviganti dall’Ufficio Idrografico della Turkish Armed. Il provocatorio Navtex è valido fino all’alba del 5 gennaio e comporta che tutte le altre navi mantengano almeno cinque miglia nautiche di distanza da quelle turche.

CHE TRAFFICO

Il nodo riguarda, secondo molti osservatori, la contingenza di questo dispiegamento di mezzi e uomini, che potrebbe portare verosimilmente ad un incidente che infiammerebbe ulteriormente i rapporti. Ankara non fa passi indietro, come dimostra l’ennesima azione da parte dei suoi F16 che sconfinano nello spazio aereo ellenico: due caccia sono entrati oggi per ben due volte nella FIR di Atene fino all’atollo di Farmakonisi a 28.000 piedi, per poi tornare indietro dopo la consueta reazione greca, con il decollo di due Mirage.

INCIDENTE

Un quadro a cui si somma il piccolo incidente accorso alla nave della Exxon Mobile, che adesso è assistita da quattro barche di supporto vicine alla piattaforma di perforazione con la presenza di uno speciale robot subacqueo telecomandato che effettuerà le riparazioni alla trivella.

L’impianto inoltre è collegato una volta al giorno con l’aeroporto di Larnaca, per il trasporto di personale.

Nel momento in cui i danni verranno riparati, il mezzo proseguirà i lavori di trivellazione con i test programmati. In seguito l’impianto dovrà completare la sezione del foro sopra il giacimento e provare a raggiungere la profondità massima prevista.

Solo a quel punto entreranno in gioco le azioni di ricerca per identificare i dati più significativi, come la densità degli idrocarburi, la dimensione e la porosità del giacimento. Tutti elementi che saranno alla base dei calcoli finanziari reativi allo sfruttamento dei blocchi in questione.

twitter@FDepalo

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