L’amplificatore mediatico ha soffiato forte nelle ultime ore sul tremulo vetrino dei virus e degli antivirus. Il merito è di quel gran guru di Beppe Grillo che, dopo un certo tempo di affidamento delle salmodie ai ragazzi di governo, torna a prendersi la luce dei riflettori con questa uscita ad effetto sui vaccini. Com’è noto sia la base del M5S che l’altezza, almeno nella fase pre-governativa, hanno spesso manifestato con qualche entusiasmo e trasporto la fede no-vax, anche con ruvide battaglie parlamentari anti ministro della Salute che, invece, imponeva i vaccini con decreto. Salvo poi ammorbidire il tiro una volta conquistato il palazzo d’inverno. Ma il cuore antagonista del movimento è rimasto nei pressi dell’ antiscientismo e dunque è contrario ai vaccini.
È apparsa, allora, a molti dei suoi adepti, come una specie di insulto l’adesione di Beppe Grillo al manifesto di Burioni e Silvestri in favore dei vaccini e in fila ad una lunga serie di firmatari tra cui l’odiato Matteo Renzi. Ma come, proprio tu che cominciasti vent’anni fa un’aspra battaglia nei confronti delle industrie farmaceutiche accusate di inoculare nei bambini sani il virus solo per far deprimere le difese immunitarie, oggi, dopo averci condotto sulla retta via, ci punisci con questo voltafaccia pubblico da traditore impunito? Il popolo pentastellato (e non più grillino: il lessico che cambia racconta le distanze…) impazza sul web.
Devo confessare: io ho avuto sempre in gran simpatia Beppe Grillo. Come comico, naturalmente, ritenendo peraltro che la sua filosofia situazionista, che ha come obiettivo quello del ribaltamento della realtà con l’innesto di carrettate di surrealismo, di capovolgimenti e di irrealtà, di parolacce ed urla, non poteva contenere un progetto di governo ma solo la sua negazione attraverso lo sberleffo, com’è giusto che sia per il giullare. Oggi, spazzata via l’aura del capo politico, il guru firma un appello civilissimo e condivisibile al cento per cento da chi crede nella scienza moderna e non negli sciamani. È un atto di resipiscenza? Certo, ma non so se l’intento di Grillo fosse questo, e comunque, se volesse dire consapevolmente: mi sono sbagliato, sarebbe una cosa nobile. Di certo è un gesto di libertà. Ma cosa accade, intanto? Gli adepti sono scatenati e quella diabolica macchina che ha messo in moto, la Rete, e che ha fatto la fortuna politica del movimento, gli esplode contro. Il punto è questo è non qualche retroscena raccontato dai giornali, tipo “sta cercando di tornare in campo perché i suoi giovanotti l’hanno escluso dalle decisioni”. Il punto è che il web di lotta non riesce ad entrare nel web di governo. E, quando tutte le parole dei ministri e capintesta si saranno consumate, sarà interessante assai vedere come reggerà la macchina digitale del consenso. Per adesso onore a Beppe.