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L’Italia segua l’esempio di Francia, Germania e Spagna. Ma con garanzie per vere elezioni libere in Venezuela

Germania

L’Unione europea cambierà tono nei confronti di Nicolás Maduro. La linea di Germania, Francia e Spagna punta sulla convocazione immediata di nuove elezioni in Venezuela. L’ultimatum è di otto giorni, entro i quali – se il leader socialista non accetta di tornare alle urne – Madrid, Parigi e Berlino riconosceranno Juan Guaidó come nuovo presidente del Paese sudamericano.

I 28 ambasciatori del Comitato di Politica e Sicurezza dell’Unione europea, responsabili di fare seguito alla politica estera europea, hanno negoziato la posizione che l’Europa prenderà come blocco unico. “L’ultimatum è necessario e deve essere brevissimo”, ha dichiarato il ministro degli Affari esteri spagnolo, Josep Borrell. “Sosteniamo l’Assemblea Nazionale eletta e al suo presidente – ha aggiunto il rappresentante diplomatico del Belgio, Didier Reynders -. Ma bisogna iniziare il dialogo per elezioni credibili. Senza la violenza di questi giorni”.

La Francia ha proposto la deadline di otto giorni. Otto giorni per impegnarsi a chiamare il voto. Solo in mancanza di un’iniziativa per tornare alle urne, Francia, Spagna e Germania riconosceranno Guaidó come nuovo capo di Stato del Venezuela. Restano ancora da definire le condizioni, ma si parla di giorni, non di settimane. L’Italia segua la strada di Parigi, Madrid e Berlino. L’escalation della crisi venezuelana non può attendere.

Tra le garanzie necessarie per queste nuove elezioni c’è indubbiamente l’utilizzo di un nuovo sistema di votazione. L’impresa Smartmatic, incaricata della logistica del voto venezuelano dal 2004, ha riconosciuto l’inquinamento dei risultati nel processo elettorale del 20 maggio 2018.

Inoltre, è necessario che sia garantita la partecipazione dei partiti di opposizione. Nel 2018, i requisiti e le date decise dal Consiglio Nazionale Elettorale – in mano al governo – hanno impedito la regole iscrizione di candidati diversi dal Partito Socialista Unico del Venezuela di Maduro. Ugualmente, osservatori internazionali indipendenti e giornalisti sono stati allontanati dai seggi elettorali.


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