La globalizzazione del sistema economico ha reso smisurata la domanda di lavoro; l’automazione dei processi produttivi ne ha ridotto l’offerta. Il lavoro che resta risulta precario; le vostre imprese, per ridurre i costi della capacità inutilizzata, lo sottoremunerano.
La Politica, nel non saper che pesci pigliare, si lambicca tra leggi, codicilli e sussidi.
Ieri, anzi l’altro ieri, i politici costituenti, all’articolo 1 della Costituzione repubblicana recitavano: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.”
Ancor oggi il diritto al lavoro viene riconosciuto a tutti i cittadini italiani. L’art. 4 disponeva venissero promosse tutte quelle condizioni che rendano effettivo tale diritto.
Orbene, stante l’inefficacia delle politiche d’oggi, se il lavoro non v’è anche il dettato costituzionale risulta evaso.
A fronte di tale evidenza si può continuare a far finta di niente, far fuffa oppure…..
Si, oppure. Si debbono ficcare dentro il mercato del lavoro tutti quelli che, condotti dalla tiritera della spesa*, esercitano il lavoro di consumazione.
C’è di più, molto di più: il poter far quella spesa, genera altro lavoro e lo remunera!
Per una Politica ri-costituente, un riconoscimento che fornisce l’occasione di veder agito proprio quel diritto, attuato l’articolo.
Ci risiano, d’accordo il lavoro non vi sarà per tutti, ancor meno si crea con una norma…. se però, nell’Economia della Produzione si lavorava per guadagnare, nell’Economia dei Consumi, si deve aver guadagnato per poter esercitare il lavoro di consumazione: tant’è!
Beh, se tanto può dar tanto, la Politica può/deve attrezzare l’ambiente normativo per un’economia resistente alle congiunture che la scrollano e poter dare finalmente a Cesare quel ch’è di Cesare.
Essì, tutta quella crescita fatta con la spesa non di bisogno, non dev’esser fatta a debito, deve invece generare credito!
Prima che prendiate a scalmanare, vi taccio con una proposta di legge all’uopo ordita per poter disporre di un mercato efficiente che sappia fare al meglio il prezzo: Il prezzo della Domanda!
* La spesa attribuisce valore alle merci, acquistate si trasformano in ricchezza; consumate si dispone la ri-produzione, viene tenuto attivo il ciclo, si da sostanza alla crescita economica.
Mauro Artibani, l’economaio
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