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Navigator e centri per l’impiego alla prova del nove

Il percorso di reddito di cittadinanza e quota 100, dunque, si è concluso. Lega e Movimento 5 Stelle hanno molti motivi per esultare. Al netto di un’enfasi che può strappare più di un sorriso, infatti, è innegabile il successo politico ottenuto. Si tratta di due impegni elettorali ben precisi e mantenuti. Che siano stati, con il passare dei mesi, non poco depotenziati e molto circoscritti è un fatto, ma che Di Maio e Salvini avevano naturalmente messo in conto. Questo, il dato politico. Inconfutabile e incontrovertibile. Così come il più che probabile passaggio all’incasso, in occasione delle prossime elezioni europee.

Il problema, per chi non passi la sua vita in una curva da stadio, a sventolare questo o quel vessillo di parte, è che in tutti questi mesi, in cui tanto abbiamo dibattuto di reddito, nulla sia stato fatto per lavorare sulla radice dei problemi. Ci balocchiamo con i Navigator e i centri per l’impiego, come se fossero delle strutture di efficienza teutonica. Nel primo caso, siamo alla fantasia pura. Nessuno sa realmente di che cosa si stia parlando e quale possa essere ruolo ed efficacia di queste figure. Oltretutto, sarebbe interessante sapere in che modo verranno assunti e con quali funzioni.

Se passiamo ai centri per l’impiego, siamo alla tragicommedia: ad oggi, nella maggior parte dei casi, sono dei gironi danteschi. Delle strutture, nella migliore ipotesi, inutili. Non di rado dannose. Lo sanno tutti, a cominciare dal ministro Di Maio, che non a caso parla di profonde riforme, da attuare nel giro di 60 giorni. Siamo al miracolo. Se ci riusciranno, sarò il primo ad alzarmi in piedi ed applaudire, perché mettere in carreggiata queste realtà appare un’impresa degna di libri di storia.

Oltre lo sfacelo dei centri per l’impiego, peraltro, c’è un aspetto di fondo, di cui sembra che nessuno abbia voglia di occuparsi: come dovremmo realizzare posti di lavoro da offrire a una platea di circa 5 milioni di aventi diritto. Si sono scritte regole draconiane, per scongiurare i furbetti e tenere la gente lontana dei divani. Impegno lodevole, senza dubbio, ma che tradisce un equivoco di fondo. Non ci sarebbe alcun bisogno di leggi modello grida manzoniana, se il sistema fosse ritenuto capace di funzionare e generare formazione e nuovi posti di lavoro. Minacciare fuoco e fiamme, sembra quasi un mettere le mani avanti…

Per varare le misure simbolo della maggioranza, abbiamo impegnato un bel pezzo del nostro futuro, attraverso possibile nuova tassazione e clausole di salvaguardia da far tremare i polsi. Per convincere i tanti scettici che non si tratti solo di assistenzialismo e di un patto di natura elettorale, ma di una misura in grado realmente di strappare centinaia di migliaia di persone alla disoccupazione e al precariato, serviranno risultati. Concreti. Qui, non ci stiamo giocando il futuro politico di questo o quel leader, ci stiamo giocando una montagna di soldi di tutti noi. Capirete se non basterà un navigator a farci star tranquilli.

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