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Phisikk du role – Populismo molto dionisiaco e opposizione poco apollinea

israele, populismo

Sossio Giametta, filosofo italiano e traduttore di Nietzsche, non me ne voglia se cito impropriamente l’universo bipolare del filosofo tedesco, per dire dei nostri leader di governo. È che qualche risonanza ci sta. Com’è noto il filosofo tedesco, studioso della tragedia greca, distingueva due impulsi vitali: quello apollineo, legato alla bellezza e all’armonia, e quello dionisiaco, l’impulso dell’ebbrezza e del caos.

Il raro equilibrio dei due slanci vitali secondo Nietzsche si trovava, appunto, solo nella tragedia greca. Se provassimo ad applicare la chiave di lettura nicciana alla politica nazionale ci troveremmo, però, un po’ sbilanciati: l’ebbrezza dionisiaca ci sta tutta. Faticano un po’ la bellezza e l’armonia apollinee. Uno tsunami dionisiaco, che mostra il piccolo pantheon delle facce ministeriali, che si manifesta con le parole dei tweet e con le dichiarazioni definitive rese alla selva dei microfoni, preferibilmente in felpa griffata “carabinieri” o “polizia”, che traccia una linea netta e tenace come un muro, da un lato gli amici e dall’altro i nemici, ci travolge. E sembra che non ci sia riparo, perché la grande onda incontra i tanti rivoli pronti a saldarsi con l’esondazione dei dionisiaci, riconoscendosi uguali.

In questo caos perfetto quello che impressiona è l’allineamento, Gleichschaltung la chiamava Arendt, di una maggioranza di italiani alle parole d’ordine dionisiache: come si può negare che esista una corrispondenza tra sentimento popolare e governanti? E non è solo l’indice di gradimento del governo certificato dai sondaggisti a raccontarlo, ma l’esperienza di un semplice scambio di opinioni sul tram, in fila al supermercato, nel circuito dei conoscenti. La prima cosa che impressiona è la scomparsa della pregiudiziale anti-politica, che ha rappresentato il leit motiv per anni: chi interpreta la politica non è più la sintesi di tutte le malvagità e le nefandezze, al massimo è un giovane di buona volontà che può anche sbagliare ma, per favore lasciatelo provare.

Attenzione: i cicli della politica saranno brevi e comunque più brevi di un tempo, ma si sta verificando un fenomeno nuovo, promosso dal progressivo svuotamento della professione giornalistica, in particolare della carta stampata, dall’egemonia soverchiante dei media digitali e dalla tv invasa dalla politica. E questo fenomeno è, appunto, l’allineamento. Tanto più tenace e solidificato quanto più impalpabile appare il diverso parere, l’opposizione, l’alternativa. Aveva ragione Nietzsche: se resta solo Dioniso, chiamato dai romani, non a caso, Baccus, clamore, baccano, dio amante del vino e dell’inutile chiasso, sarà difficile trovare l’equilibrio necessario. Occorrerebbe Apollo a fargli da controcanto. Ma non è alle viste e così non ci si può riparare nella tragedia greca indicata dal filosofo tedesco. Resta solo qualche sceneggiata. E neanche napoletana doc.

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