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Vi racconto cosa succede in Più Europa

Di Marco Ferraro

“Comunque sia andata, non mi sono mai divertito tanto”, me lo scrive Mario, che come me era al Congresso fondativo di Più Europa a Milano il fine settimana scorso. Sia io che lui, e come noi molte altre persone, siamo addirittura rientrati in Italia da vari angoli d’Europa per partecipare a un evento unico. L’enfasi non è mia anche se la condivido ma è del coordinatore – ora segretario – di Più Europa, Benedetto Della Vedova: enfasi dovuta perché Più Europa ha celebrato un congresso vero, aperto, dove veramente “uno vale uno”. Come un fossile vivente, una creatura rara, Più Europa ha scelto di darsi regole “d’altri tempi” (futuri, avrebbe aggiunto Pannella), per essere davvero il partito degli iscritti. Parole? No. Ogni iscritto al partito (entro il 18 gennaio) ha avuto la possibilità di concorrere col suo voto a determinare la direzione che il partito prenderà, a proporre mozioni su temi politici che il partito dovrà considerare, a deliberare in merito alle modifiche statutarie, a eleggere gli organi direttivi e il segretario. Si tratta di un caso unico in Italia (Radicali italiani a parte) e senz’altro almeno raro in Europa: la più ampia partecipazione degli iscritti alle decisioni fondamentali del partito.

Ed è normale che quando un Congresso si configura come “aperto” per davvero compaiano anche persone che provano ad approfittarne in maniera spregiudicata: solo i partiti alla Forza Italia dove si sa già che vince sempre Berlusconi non corrono questo rischio (alla dirigenza del partito spetta l’onere di tutelare il partito e gli iscritti in tutti i modi opportuni).

UN CONGRESSO DI ISCRITTI, UN PARTITO DI MILITANTI

È stato un bel congresso, vero, in cui gli iscritti hanno preso decisioni rilevanti per il partito, il cui esito non era scontato. Sabato sera ero seduto in prima fila mentre si discutevano le modifiche statutarie e girandomi a guardare il fondo della sala non ho potuto non stupirmi che la sala fosse – a un orario in cui la gente a Milano di solito sta a cena – piena fino alle ultime fila. E questo fino a mezzanotte, tutta la durata della discussione sulle regole che il partito si stava dando per il futuro. Per me questo, e la frase di Mario, sono i segni che il Congresso di Più Europa è stato un successo, ha coinvolto e ha reso partecipi migliaia di persone, mischiando sia gente che era già attiva in politica con persone che non erano state a un Congresso politico fino a quel momento.

Militanti e iscritti che hanno presentato al congresso più di 20 mozioni e raccomandazioni, che ora dovranno servire per informare l’azione politica di Più Europa verso le elezioni europee e oltre: dall’ambiente alla lotta alla disinformazione, dall’equità di genere alla comunicazione interna del partito, dalla Cittadinanza europea alle politiche per la crescita sostenibile. Queste mozioni che hanno ricevuto collettivamente più di 2300 firme di iscritti costituiscono un capitale di idee e di iniziative di cui Più Europa dovrà tenere conto nelle prossime settimane e mesi.

IL DIBATTITO PER LA SEGRETERIA

Ma è stato anche il Congresso del confronto dialettico fra i candidati, che hanno proposto diverse visioni di Più Europa e diverse analisi della situazione italiana ed europea, offrendo una disputa oratoria in cui ciascuno ha dato il meglio di sé e che sta all’opposto di quanto ormai siamo abituati a sentire nei dibattiti tv (ascoltateli: qui ci sono gli interventi della giornata di sabato di Alessandro Fusacchia, Marco Cappato, Benedetto Della Vedova).

Ora Più Europa parte per affrontare i prossimi mesi, strumento per promuovere in Italia e in Europa (sì pure in Europa: il Congresso ha approvato la modifica dell’azione del partito in senso paneuropeo) “i diritti umani, lo Stato di diritto, la democrazia, il federalismo a ogni livello, il libero mercato, il lavoro, la conoscenza e il rispetto per l’ambiente, affermando i principi di libertà, uguaglianza e partecipazione”, inoltre “Più Europa si impegna per la federazione democratica degli Stati Uniti d’Europa e per politiche in grado di favorire il progresso civile, l’affermazione della persona nella ricerca della felicità, del benessere, della qualità della vita e degli ecosistemi”.

VERSO LE EUROPEE

Ed è molto opportuno che il partito che è nato si chiami semplicemente “Più Europa”, dato che Emma Bonino ha deciso di togliere il suo cognome dal simbolo: questo rende chiaro che non è il partito della Bonino come non lo è di Della Vedova che ne è segretario, come non sarebbe stato il partito di Alessandro Fusacchia o di Marco Cappato se questi fossero stati eletti segretari al posto suo. È il partito degli oltre 2000 militanti e iscritti che hanno dato vita al Congresso di Più Europa ed è il partito dei temi e delle campagne che essi sapranno condurre in Italia e in Europa oggi e in futuro.

NOTA DI CHIUSURA SUGLI STATI UNITI D’EUROPA

È interessante che tutti e tre i candidati a segretario abbiano voluto citare nei loro discorsi un tema secondo me molto importante in relazione al federalismo europeo e di cui sono un proponente: il tema della “Repubblica europea”. Si tratta di un tema che è diventato anche il nome di un gruppo tematico all’interno di Più Europa. Parlare di Repubblica europea non vuole dire che abbandoniamo gli Stati Uniti d’Europa e vogliamo fare una cosa diversa al loro posto: significa invece che la maniera in cui arriveremo alla federazione europea potrà essere tramite un percorso repubblicano. Detto in altri modi: occorre riuscire a parlare di unità politica d’Europa ai cittadini in un modo che sia comprensibile, e nel cambiamento verso la federazione essi capiscano che la loro vita sarà interessata e sarà interessata in modo benefico. La realizzazione degli Stati Uniti d’Europa riguarda appunto una relazione fra stati, ma noi dobbiamo unire i cittadini, senza di essi nessuna federazione europea è possibile. Perciò dobbiamo lavorare su di un percorso di estensione dei diritti civili e politici, di uguaglianza e di opportunità – a livello paneuropeo – per i cittadini europei in quanto cittadini europei. Questo significa parlare di Europa Repubblica (e qui il link al gruppo tematico e all’appello su una cittadinanza europea).

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