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La navigazione aerea del futuro (anche senza Gps) arriva dalla Sardegna

La navigazione aerea del futuro passa dalla Sardegna. È stato presentato oggi a Cagliari il progetto Bat, innovativo sistema che promette di garantire il posizionamento dei velivoli anche in assenza di segnale Gps. Cofinanziato dal ministero dello Sviluppo economico e dalla Regione Sardegna, si basa su un sistema multisensoriale e su rilevazioni inerziali, sfruttando la rotazione terrestre per calcolare alcuni parametri di volo come la posizione geografica.

IL PROGETTO

Il progetto è frutto della collaborazione tra Italia e Malta, ed è promosso da un raggruppamento industriale che comprende le società italiane Gem Elettronica e Lion Consulting, il gruppo Airbus e la società maltese Wes Trade. A supportarle c’è il Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass), guidato dal presidente Giacomo Cao. Insieme a lui, moderati dal direttore di Airpress Flavia Giacobbe, sono intervenuti alla presentazione del progetto il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, in rappresentanza del governo italiano, e il primo ministro della Repubblica di Malta Joseph Muscat. Tra gli altri, hanno partecipato anche l’ambasciatore maltese in Italia Vanessa Frazier, l’assessore alla Programmazione della Regione Sardegna Raffaele Paci e il coordinatore del progetto Bat Alessio Bucaioni.

INVESTIRE IN INNOVAZIONE

“Siamo particolarmente orgogliosi dell’importante sinergia in ricerca e innovazione aerospaziale che si è creata in questo progetto, capace anche di attrarre un colosso come Airbus”, ha invece detto il ministro Trenta. Bat, ha rimarcato, è “un progetto concretamente volto al lancio d investimenti produttivi e occupazione, tra l’altro in un territorio che già vanta importanti poli industriali”. La Sardegna, ha aggiunto il ministro, “è un campione dell’aerospazio nazionale”, potendo contare su “forti competenze in tecnologia e nel digitale, nonché su grandi capacità umane”. Da parte sua, il governo promette di “investire in ricerca e innovazione, poiché queste possono essere catalizzare in crescita per l’intero sistema-Paese”.

LA COLLABORAZIONE TRA LE DUE ISOLE

Per quanto riguarda Bat, tutto ha avuto origine nel 2017, quando l’ambasciata di Malta in Italia e la Regione Sardegna hanno dato inizio a una collaborazione tesa a favorire la cooperazione tra le due isole. Oltre al progetto presentato oggi a Cagliari, sempre con il supporto del Dass e di Wes Trade, l’intesa ha già permesso l’avvio, lo scorso anno, della rotta aerea La Valletta-Cagliari operata da Air Malta. Ora, il nuovo progetto alza l’asticella. Si tratta di un programma “emblematico – ha detto Muscat – poiché riunisce insieme l’elemento di collaborazione tra due isole, l’elemento europeo con la partecipazione di Airbus e l’elemento di ricerca e sviluppo”.

GLI INTERESSI MALTESI

Si prevedono altre collaborazioni con la Sardegna? “Non ci poniamo limiti”, ha detto il primo ministro maltese. “Vogliamo conoscere meglio la Regione per capire quali opportunità ci siano”. Di sicuro, ha aggiunto, “non è una questione di one way traffic; ne possiamo beneficiare entrambi”, soprattutto per i settori di punta dell’economia di Malta: “servizi finanziari e turistici, ma anche la manifattura di alto livello”. Eppure, l’isola ha un problema, ha ricordato Muscat: “Non abbiamo abbastanza forza lavoro”. Così, la collaborazione con la Regione italiana porta con sé un vero e proprio “invito, ai giovani sardi, a venire a lavorare da noi”.

VERSO IL VOLO AUTONOMO

Intanto, “il progetto Bat ci proietta nel futuro del volo automatico”, ha spiegato il coordinatore Bucaioni. Offrirà sistemi inerziali in grado di “finalizzare i dati di volo con una precisione maggiore”, fornendo “posizionamento con un ordine di grandezza due volte superiore a quelli attuali”. In tutto, ha aggiunto, il progetto vale 8,2 milioni di euro, di cui il 53% è coperto dalle imprese che vi aderiscono. Del restante 47%, il 12% è offerto dalla Regione Sardegna, il resto dal Mise. Risorse previste per i due anni di sperimentazione, a cui seguiranno “certificazione e messa in produzione”. Il gruppo di lavoro sarà tutto in Sardegna, con ingegneri da Malta e da Airbus, mentre l’aeroporto per le sperimentazioni verrà definito nelle prossime settimane: “potrebbe essere lo scalo di Tortorì, di Fenosu o di Decimomannu”.

IL RUOLO DELLA REGIONE SARDEGNA…

Nel frattempo, la Regione Sardegna si gode lo sviluppo del suo comparto aerospaziale. Nel settore, ha ricordato il vice presidente Paci, “noi abbiamo messo 10 milioni di euro di cofinanziamento e di incentivi alle imprese”. Ciò, ha aggiunto, “ha generato un moltiplicatore tale per cui c’è una massa di investimenti privati che arriva a 50 milioni”. È l’ennesimo esempio di una vera e propria “Regione spaziale”, capace di “mettere a sistema le varie infrastrutture come il radiotelescopio di San Basilio e altro”. Si tratta di “far dialogare tra loro le tecnologie, così da fare della Sardegna un luogo di forte innovazione”.

…E DEL DISTRETTO AEROSPAZIALE

Ne è convinto anche il professor Cao, presidente del Distretto aerospaziale sardo. “Il governo nazionale riconosce l’aerospazio in Sardegna come un punto di riferimento per il comparto a livello italiano”, ha detto commentando le parole del ministro Trenta. “Credo che questo sia una dei regali più significativi che il Distretto poteva aspettarsi da un evento che ci consente si suggellare una progettualità di estrema rilevanza, sia sotto il profilo tecnico-scientifico, sia per la capacità che il Dass ha avuto di attrarre in Sardegna un colosso come Airbus”. Ma lo sguardo è già rivolto al futuro. “Se continueremo ad avere il sostegno del comparto pubblico – ha detto Cao concludendo – con la possibilità di poter dare un fattore 5 all’investimento pubblico regionale, credo che potremo davvero raggiungere dei risultati prestigiosissimi”.

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