C’è tensione in Venezuela. Ad un giorno dalla manifestazione convocata per il 23 gennaio dall’opposizione, si sono registrate proteste in diverse zone di Caracas contro il governo di Nicolás Maduro. Un gruppo di manifestanti ha chiuso una strada del quartiere popolare Catia bruciando della spazzatura. Secondo quando si legge sui social network, sul posto si sono presentati alcuni ufficiali dell’esercito e sono stati respinti con l’uso di armi di fuoco. Simili episodi sono avvenuti a Propatria, La Pastora e 23 de enero, tutte zone popolare della capitale, fino a qualche anno fa famose per essere roccaforte del chavismo.
Anche Cotiza, un altro quartiere al nord di Caracas, è stato protagonista delle notizie sul Venezuela nelle ultime ore. Un gruppo di militari si è ribellato contro il governo di Maduro, secondo le informazioni della Forza Armata Nazionale Bolivariana (Fanb). Ventisette ufficiali sono stati arrestati e saranno processato dal tribunale militare. Il leader e presidente dell’Assemblea Costituente, Diosdado Cabello, ha confermato che 25 ufficiali sono stati detenuti a Cotiza mentre altri due in un’altra zona. In un comunicato la Fanb ha detto che si tratta di un “gruppo ridotto” di dissidenti che saranno accusati di furto di armi di guerra, sequestro e minaccia di omicidio. Nei video che circolano non si sentono spari né si vedono carri armati.
Juan Guaidó, presidente dell’Assemblea Nazionale, si è riferito alla vicenda con un tweet: “Quanto sta succedendo a Cotiza è una dimostrazione del sentimento generale che c’è all’interno delle Forze Armate Nazionali. I nostri militari sanno che la catena di comando è spezzata da quando è stato usurpato l’incarico della presidenza”. “Non vogliamo che le forze armate si dividano – ha aggiunto – né che ci siano confronti. Vogliamo che si nomini un solo uomo a favore del popolo, della Costituzione e contro l’usurpazione”. Ugualmente, il leader dell’opposizione, Julio Borges, ha scritto su Twitter che “lo stesso scontento e desiderio di cambiamento che motivò la ribellione a Cotiza esiste in tutta la Fanb”.
E quella di Cotiza non è l’unica manifestazione di scontento militare. Un gruppo di ufficiali ha inviato un video-messaggio dalla Colombia al presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaidó, riconoscendolo come presidente del Venezuela e chiamando a nuove elezioni. Nel video i militari leggono un comunicato in cui citano la Costituzione, e respingono la campagna di politizzazione delle forze armate venezuelane: “Presentano le Forze Armate all’opinione pubblica come parte integrale di un partito politico di governo. A questo processo incostituzionale si aggiunge la diminuzione progressiva della capacità operativa, così come gli ordini basati su interessi politici di partito. Si impedisce alla Fanb di compiere fedelmente il ruolo di garante dell’indipendenza e la sovranità nazionale”. I militari hanno dichiarato che il 23 gennaio saranno presenti nella frontiera per partecipare alle proteste dell’opposizione.