“Hola […] Estamos con ustedes” (Ciao […] Siamo con voi). Il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha inviato un messaggio (con alcune parole pronunciate in spagnolo) al popolo venezuelano. In occasione della manifestazione convocata dall’opposizione il 23 gennaio, il rappresentante del governo americano ha confermato la posizione degli Usa contro il regime di Nicolás Maduro in Venezuela.
Pence ha detto che, “in nome del presidente Donald Trump e del popolo americano, manifestiamo il nostro sostegno al popolo del Venezuela, che alza la voce per la libertà”. Il vicepresidente si è riferito a Maduro come un dittatore e ha dichiarato che Washington sarà a fianco dell’opposizione “fino a quando si ripristinerà la democrazia e il diritto alla libertà”. Ha detto che gli Stati Uniti sostengono il leader dell’opposizione e presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaidó.
“Maduro non ha un diritto legittimo di potere – ha aggiunto -. Non ha mai vinto la presidenza in elezioni libere e giuste e mantiene il controllo del potere incarcerando a qualsiasi che azzardi opporsi al suo regime”.
Pence ha anche detto che, “la gente buona del Venezuela farà sentire le loro voci domani (oggi, ndr), in nome del popolo americano, vi diciamo: Siamo con voi. Siamo con voi. Siamo con voi e continueremmo ad essere con voi fino a quando torni la democrazia”.
La reazione del regime di Maduro è stata immediata. Il presidente venezuelano ha annunciato di avere ordinato al ministro degli Esteri, Jorge Arreaza, di avviare una revisione totale dei rapporti con gli Stati Uniti.
Per Maduro il video-messaggio inviato da Pence “è una vera e propria aggressione straniera”. Il governo americano avrebbe infranto tutte le regole del gioco diplomatico, eseguendo uno schema che porterebbe “ad un colpo di stato fascista”, per cui sarebbe necessario tagliare i rapporti con Washington.
Intanto, aumenta la tensione nelle strade di Caracas. La notte del 22 gennaio un gruppo di manifestanti ha chiuso le vie nella zona residenziale di Santa Mónica, così come nel quartiere popolare di Catia. Si sono sentiti spari di armi di fuoco. Il deputato José Olivares, ha informato che una persona è morta all’Ospedale di Catia dopo essere stata ferita in una protesta. Nella città di San Felix, invece, è stata bruciata una statua dell’ex presidente Hugo Chavez.
Altre manifestazioni si attendono per la giornata di oggi in tutto il territorio venezuelano.