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Investimenti e attenzione per l’aerospazio. La risoluzione 5 Stelle e il lavoro di Palazzo Chigi

Ci siamo, lo Spazio italiano fa sistema. Mentre a Palazzo Chigi il nuovo Comitato interministeriale approva gli indirizzi di governo, la Camera si prepara a ricevere nelle commissioni competenti la terza risoluzione per promuovere la ricerca e lo sviluppo nel settore dell’aerospazio. Dopo quelle di Lega e Partito democratico (che, seppur da posizioni politiche differenti, condividono obiettivi e richieste), sarà presentata a breve la risoluzione targata M5S. Viste le tante sfide che il settore dovrà affrontare nei prossimi mesi, con l’importante appuntamento della ministeriale dell’Agenzia spaziale europea a novembre e una competizione internazionale sempre più agguerrita, per il comparto nazionale si tratta sicuramente di una buona notizia.

L’ANNUNCIO DI LUIGI GALLO

Dopo i documenti di Lega e Pd, è in arrivo nelle commissioni Cultura e Attività produttive di Montecitorio la risoluzione del Movimento 5 Stelle, anch’essa finalizzata a rafforzare l’azione pubblica nel settore dell’aerospazio. Lo ha annunciato ieri il presidente della VII commissione Luigi Gallo (M5S), a margine della seduta che ha riunito le due commissioni per proseguire il dibattito già avviato a fine gennaio. Per ora non ci sono dettagli sul nuovo documento che verrà presentato, con ogni probabilità, la prossima settimana. In ogni caso, l’impressione è che si collochi sulla scia delle risoluzioni precedenti e delle iniziative già adottate dall’esecutivo, verso un rafforzamento del comparto e un maggior coordinamento dell’azione pubblico-privata.

LA RISOLUZIONE DELLA LEGA….

Il 31 gennaio scorso, era stato il deputato leghista Carlo Piastra a presentare una risoluzione “Sulla promozione della ricerca nel settore dell’aerospazio”, partendo dal “problema della mancanza di adeguato sostegno nell’ambito della ricerca aerospaziale italiana”. Per questo, si chiede al governo di “adottare iniziative volte a stanziare adeguate risorse per continuare a investire nel settore”, di incentivare “mediante bandi ministeriali, la sinergia tra le realtà di ricerca nazionali e l’ambito privato” e di “assumere iniziative per favorire il processo di applicazione delle tecnologie sviluppate in ambito aerospaziale ad altri ambiti della società civile e imprenditoriale italiana”. Dal Movimento 5 Stelle e dal governo era arrivato pieno appoggio al documento, attraverso le parole di apprezzamento del deputato Marco Rizzone e del vice ministro del Miur Lorenzo Fioramonti, mentre la democratica Anna Ascani aveva preannunciato la presentazione di una risoluzione targata Pd sulla stessa materia.

…E QUELLA DEL PD

Risoluzione arrivata alle stesse commissioni mercoledì 20 febbraio, con la prima firma di Sara Moretto e la presentazione, nella seduta di ieri, di Gianluca Benamati. L’obiettivo del documento è “dare continuità ai risultati conseguiti nella scorsa legislatura”, partendo dal presupposto che “il comparto aerospaziale rappresenta in Italia il maggiore comparto manifatturiero nel segmento dei sistemi integrati ad alta tecnologia”, con circa 50mila addetti e ricavi annuali di 14 miliardi di euro. Poi, la risoluzione Pd ripercorre i principali passi dei precedenti governi, dal Piano space economy alla legge che ha riformato la governance nazionale, per passere successivamente alla critiche all’attuale esecutivo per la scelta di escludere il presidente dell’Asi dai componenti di diritto del nuovo Comitato interministeriale e di revocare l’incarico a Roberto Battiston. Quindi, il documento impegna il governo su tre obiettivi: “Accelerare le procedure necessarie per giungere in tempi brevi alla nomina del presidente dell’Asi”, su cui si attendono novità a breve; rafforzare “il posizionamento del settore aerospaziale del nostro Paese nel contesto internazionale, anche attraverso iniziative per lo stanziamento di adeguate risorse per sostenere il tessuto industriale”; e “incentivare fattivamente il processo di applicazione delle tecnologie sviluppate in ambito aerospaziale ad altri ambiti della società e dell’industria”.

UN TEMA BIPARTISAN

Leggendo i due documenti, è evidente la condivisione di presupposti e obiettivi. Escludendo le letture politiche comprensibilmente differenti sui fatti più recenti, entrambi gli schieramenti concordando sulla centralità e sul valore del comparto aerospaziale, e quindi sull’esigenza di investirvi nel solco della New Space Economy, con il sempre maggiore coinvolgimento del settore privato. Indicazioni già abbracciate da Palazzo Chigi, che guida la politica nazionale dallo scorso febbraio, quando è entrata in vigore la legge che rimette nelle mani del presidente del Consiglio l’alta gestione e la responsabilità del settore. Per questo, il premier Giuseppe Conte ha già delegato il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, chiamato a presiedere il Comitato interministeriale (il Comint, composto da 12 ministri) che a sua volta si avvale di una Struttura di coordinamento e di un Ufficio di supporto e segreteria, già individuato nell’ufficio del consigliere militare di Palazzo Chigi, l’ammiraglio Carlo Massagli.

VERSO LA MINISTERIALE ESA

Nel contesto internazionale, la prima sfida si chiama “ministeriale Esa”, la riunione di vertice dell’Agenzia spaziale europea che andrà in scena a Siviglia il prossimo novembre. Sarà un momento delicato per lo Spazio del Vecchio continente, dove si decideranno priorità, strategie e partecipazioni nazionali. “La posizione italiana – spiegava Giorgetti a dicembre in audizione presso la commissione Attività produttive di Montecitorio – è quella di chiedere un rafforzamento”, a partire dai ruoli di vertice dell’Agenzia fino al tema dei lanciatori, passando anche per la questione degli astronauti (con l’obiettivo di inserirne un quarto). La scorsa settimana, proprio in vista della ministeriale, è arrivato a Palazzo Chigi il direttore generale dell’Esa Jan Woerner. Giorgetti ha espresso “apprezzamento” per l’incontro, nonché “l’auspicio che sia foriero di un sempre maggiore coinvolgimento e collaborazione in ambito europeo”. Parole positive anche da Woerner: “Ho 22 Stati membri all’interno dell’Agenzia spaziale europea e non entro mai nelle questioni politiche di un singolo membro, ma penso che il governo attuale è determinato ad avere un ruolo importante nello Spazio europeo, e questa è una cosa buona”.

GLI INDIRIZZI DI GOVERNO

Ora, per l’Italia è il momento di fare sistema, definendo gli obiettivi da poter presentare con forza all’appuntamento di novembre. In tal senso, è sicuramente una buona notizia l’approvazione da parte del Comitato interministeriale (nella sua terza riunione, giovedì) degli “Indirizzi del governo in materia spaziale e aerospaziale”, propedeutici alla successiva predisposizione da parte dell’Asi del “Documento strategico di politica spaziale nazionale”, che poi il Comint sarà chiamato ad adottare. Il testo degli indirizzi verrà svelato dopo la firma del presidente del Consiglio ma, a giudicare dalle iniziative parlamentari e dalle parole dei vertici dell’esecutivo, la strada è quella di rafforzare l’azione in un settore strategico e fondamentale, sia per gli aspetti occupazionali e industriali, sia per la crescita complessiva del sistema-Paese, senza dimenticare i tanti benefici delle tecnologie spaziali nella nostra vita quotidiana.

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