Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro. Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com. Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro. ———————–
“Le plus beau métier d’homme est le métier d’unir les hommes.”: la frase di Antoine de Saint-Exupéry è diventata quasi una sua regola di vita. Manager di grandi aziende diventato imprenditore, bocconiano, esperto di finanza d’impresa, investitore seriale, networker, nel 2012 Andrea Pietrini ha fondato yourCFO Consulting Group, la società che ha portato con grande successo in Italia il modello del CFO Service e del Fractional Executive – manager C-Level di grande esperienza che dividono la loro attività su due o più aziende. Il progetto si è poi sviluppato su più verticali: yourHR, yourDIGITAL, yourCEO e yourNEXT e la società è diventata partner Elite di Borsa Italiana.
A fianco a questa attività, Pietrini svolge quella di Business Angel, sia come investitore indipendente, che come socio di IAG, Italian Angels for Growth; è presidente dell’associazione nazionale Charta Nova che sostiene i temi della trasparenza e meritocrazia, membro dell’advisory board del think thank Competere, fondatore e vice-presidente della Fondazione Homo ex Machina, che promuove l’utilizzo della tecnologia a scopi filantropici e organizza ogni anno il premio Tecnopia destinato a giovani tra i 6 e i 18 anni.
D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Chi migliora la vita degli altri. Innovare significa fare progredire la società e dall’innovazione deve necessariamente risultare un miglioramento nel benessere umano.
D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Vorrei poter rispondere “il teletrasporto”, dato che non amo il traffico di Roma, ma per essere originale dico che l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni, magari non l’hanno ancora inventata: questo perché ormai si innova ad una tale velocità che fare previsioni diventa difficile. Il progresso supera quotidianamente se stesso e citando un passo del bellissimo libro Homo Deus di Yuval Noah Harari che invito tutti a leggere: “…quando la tecnologia ci permetterà di reingegnerizzare le menti umane, Homo sapiens scomparirà, la storia umana arriverà a una conclusione e un tipo di processo completamente nuovo avrà inizio, un processo che le persone come voi e me non possono comprendere. Molti studiosi cercano di predire come potrà essere il mondo nell’anno 2100 o 2200. È uno spreco di tempo. Qualsiasi predizione significativa dovrebbe tener conto della capacità di reingegnerizzare le menti umane, e questo è impossibile. Esistono molte sagge risposte alla domanda: “Che cosa farebbero persone con menti come le nostre con le biotecnologie?” ma non abbiamo alcuna buona risposta per la domanda: “Che cosa farebbero esseri con un tipo differente di mente con le biotecnologie?”
D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Su questo ho le idee abbastanza chiare. Un leader è un motivatore, come diceva Ferrari “un agitatore di talenti”. È qualcuno che aiutandoti a raggiungere i tuoi obiettivi, raggiunge anche i suoi. È un ispiratore di comportamenti, sempre con l’esempio. E’ qualcuno che si mette a servizio del gruppo e dei collaboratori.
D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Ne ho tante, perché mi sono sempre lasciato ispirare dagli altri. Umanamente mio nonno paterno, vecchio saggio vissuto fino a 101 anni, che mi ha nutrito di massime della vita contadina da cui proveniva alle quali faccio spesso riferimento, soprattutto nei momenti difficili. Dal punto di vista professionale, un mio capo, che è stato un CFO di IBM molto rispettato, per la amabilità nel trattare con i collaboratori, anche i più giovani, come me allora. A lui mi sono sempre ispirato nell’attività manageriale di gestione dei colleghi e dei collaboratori.
D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. Dato che sono di carattere ottimista, non ho grandi paure. Non per me per lo meno. Temo per il benessere delle mie figlie, se non si abitueranno a vivere in un mondo molto diverso – e temo peggiore – rispetto a quello in cui sono vissuti i loro genitori e nonni.
Spero che il progresso così accelerato, cui si accennava sopra, risolva molti problemi che ora sembrano insuperabili, anche a livello di progresso economico e sociale.
D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Il mio progetto da anni ormai è YOUR Group, l’iniziativa lanciata circa 5 anni fa, che partita come un progetto di personal branding professionale per la mia attività, conta oggi circa 120 partner su 5 verticali. Per il futuro sto lavorando per ampliare la scala di questa iniziativa che, per le sue caratteristiche di scalabilità e innovazione di modello, può avere un impatto a livello sistemico in Italia, cambiando le modalità di competizione nel mondo della consulenza manageriale.
D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Mi emoziono spesso: mi emozionano la bontà d’animo, la generosità, l’altruismo.
Odio le ingiustizie, mi fanno veramente arrabbiare, soprattutto quelle sui più deboli, l’arroganza del potere, la maleducazione e la mancanza di rispetto.