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Centemero ai vertici dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo. Ecco i suoi obiettivi

“Sono particolarmente soddisfatto per questa nomina non soltanto perché rappresenta un riconoscimento a livello internazionale, ma perché ci consentirà di operare e promuovere i rapporti con il tessuto socio-economico dei paesi dell’Assemblea, fonte di opportunità e vantaggi reciproci.
Di buon auspicio è ricevere questa nomina a Belgrado dove vi è già un forte interscambio commerciale con l’Italia e un’eccellente collaborazione bilaterale nel settore della prevenzione e del contrasto alla criminalità organizzata”.
E’ entusiasta Giulio Centemero, deputato della Lega e capogruppo in Commissione Finanze alla Camera, a pochi giorni dalla nomina a co-presidente del “panel” che fa riferimento all’area “affari economici” dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (PAM).
La nomina è avvenuta durante la 13esima sessione plenaria dell’assemblea parlamentare del Mediterraneo tenutasi a Belgrado, in Serbia. Assieme a Centemero è stato anche nominato anche il senatore del regno del Marocco Lhou Lmarbouh.

L’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (PAM) è sconosciuta al grande pubblico. Quali sono le sue funzioni?
La PAM è un’organizzazione internazionale, un osservatore all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, affermatasi negli anni come l’attore principale della diplomazia parlamentare nella regione euromediterranea. Le sue attività sono saldamente radicate anche per sostenere il lavoro di altri organismi internazionali incaricati di promuovere la sicurezza, la stabilità e la pace.

Il suo ruolo in cosa consisterà?
Il panel dell’area “affari economici” è sicuramente uno degli organi più significativi all’interno dell’assemblea poiché valuta ed analizza tutta una serie di tematiche di fondamentale importanza per la crescita dell’area. In particolare lo sviluppo sostenibile e l’uso delle risorse naturali, il settore produttivo e la facilitazione del commercio e gli investimenti, creazione di lavoro e formazione professionale.
Se consideriamo poi che alcuni stati membri si trovano in situazioni di guerra (e.g. Libia e Siria), se consideriamo che questo è uno dei pochi consessi istituzionali dove siedono sia Israele che la Palestina, comprendiamo che il percorso è davvero sfidante.

Ma allora voi della Lega allora credete nelle organizzazioni multilaterali…
Crediamo nel dialogo tra gli Stati e le regioni globali. Basti pensare che nell’ultima finanziaria abbiamo ristanziato il fondo per l’Africa (73 milioni circa per il 2019) che il Pd aveva riallocato sull’accoglienza. Salvini è stato più volte in Africa e in Medio Oriente, sia da Ministro degli Interni che da segretario di partito. Consideriamo l’Africa una risorsa, un territorio che può crescere e creare valore se ci si coordina in ottica di collaborazione e non di mera assistenza o sfruttamento delle risorse naturali. Molte organizzazioni multilaterali hanno perso di vista lo scopo per cui erano state create. Il panel economico è una struttura per nulla formale in cui tra colleghi si elaboreranno delle strategie per un’area non incasellata in alcuna istituzione (non esiste e.g. una Unione Mediterranea sulla scorta dell’Unione Europea) al fine ad esempio di creare posti di lavoro tramite knowhow transfer o la creazione di sinergie su diverse filiere.

Che risultati vorrà “portare a casa” per l’Italia?
L’Italia può diventare il punto di riferimento per lo sviluppo economico di tutto il Mediterraneo, il territorio giusto per attrarre le PMI che vogliono crescere o cominciare a muovere i primi passi grazie anche alle ultime misure contenute in Finanziaria. Noi non abbiamo retaggi coloniali scomodi, cosa che ci rende credibili e mi permetta, desiderati, anche sull’altra sponda del Mediterraneo.


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