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Luigi Di Maio e l’effetto nullo del reddito di cittadinanza

di maio

La disfatta è solare. Negarla, sminuirla, camuffarla con pietose bugie non fa che moltiplicare l’effetto-eco dell’uno-due, fra Abruzzo e Sardegna. Questi, però, sono riflessi condizionati di quasi ogni leadership, alle prese con batoste elettorali così grandi, da non lasciare quasi il tempo di ragionare. Tema, a mio avviso, ben più rilevante è l’effetto nullo, se non direttamente controproducente, della battaglia identitaria del Movimento 5 Stelle, quella per il Reddito di Cittadinanza. Passi per l’Abruzzo, dove si può sostenere che l’impatto sia relativo, ma che in Sardegna, con una disoccupazione giovanile al 50% e gravissimi problemi del tessuto economico, la promessa di un robusto (?) sostegno economico non abbia spinto nessuno a sostenere la politica di Di Maio è un colpo durissimo alla narrazione dei Cinque Stelle.

Non vale sostenere che il Reddito non sia stato ancora materialmente elargito, perché a voler essere maliziosi è in realtà una fortuna, considerati i mille paletti, che rischiano di trasformare la corsa al sussidio in un percorso di guerra, molto, ma molto lontano dal luminoso futuro prefigurato dalla festa sul balcone di Palazzo Chigi.

A tal proposito, il Movimento tutto e Luigi Di Maio nello specifico stanno pagando salatissimo l’all-in sul Reddito di Cittadinanza, detestato al Nord Italia e forse non così atteso al Sud, come molti osservatori erano pronti a scommettere. In questa caduta verticale di appeal, però, non sottovaluteremmo l’eco delle uscite più avventurose, come l’ormai epico annuncio della ‘cancellazione della povertà’. Non si può vivere di sola campagna elettorale e l’impatto con la realtà comincia a farsi sentire con tutta la sua severità.

A questo punto, la partita politica si sposta dalle parti di Di Maio. Toccherà a lui trovare le contromisure, in vista del cruciale appuntamento con le elezioni europee. Una disfatta del Movimento 5 Stelle, arrivare cioè terzi, dietro la Lega e l’eventuale listone Calenda-Pd, segnerebbe le fine della sua guida, senza se e senza ma. Un tema vitale, dunque, per il vicepresidente del Consiglio, non certo per il Paese.

Eccoci arrivati, infine, allo snodo dei prossimi mesi: ci interroghiamo pensosi sui destini del Movimento 5 Stelle e di Luigi Di Maio e ci struggiamo, nel tentativo di capire se Salvini resisterà o meno al richiamo di Arcore e del vecchio, caro centrodestra… nel frattempo, all’Italia e alle sue imprese chi ci pensa?

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