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Le scuole accolgano il messaggio di papa Francesco

“Nelle scuole bisogna dare un’educazione sessuale, il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è un dono di Dio per amare. Che poi alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare è un altro problema. Ma bisogna dare un’educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se inizi dando un’educazione sessuale piena di colonizzazione ideologica distruggi la persona”, ha detto Papa Bergoglio. Il Santo Padre dà una grande importanza all’educazione sessuale, che ha lo scopo di “far emergere il meglio dalle persone e accompagnarle lungo la strada”.

L’importante è saper scegliere i testi giusti. Ma aggiungo, le persone giuste per trasmettere un insegnamento molto importante. Infatti educare alla sessualità e all’affettività significa fornire a giovani di tutte le età gli strumenti per meglio comprendere il sesso all’interno della società. Oggi non è obbligatoria nelle scuole italiane, ma può essere impartita dagli insegnanti, dagli educatori e dal personale Asl a partire dalle elementari. Ad ogni età viene proposto un approccio diverso alla tematica, adeguatamente alla maturità dei giovani. L’educazione sessuale prevede innanzitutto lezioni di biologia e anatomia, in cui si illustra ai ragazzi come avvengono la fecondazione e la nascita; successivamente, di solito in età adolescenziale, le lezioni vertono su argomenti più delicati e profondi, come le malattie sessualmente trasmissibili, la contraccezione e l’aborto. In Italia, dopo numerose proposte di legge non andate a buon fine, la Riforma “la Buona Scuola” intende promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado la parità tra i sessi e la prevenzione di ogni forma di discriminazione, senza tuttavia rendere obbligatoria l’educazione sessuale.

L’argomento è oggetto di polemiche in quanto da un lato si hanno intellettuali che avvertono l’urgenza di parlare di sessualità con i ragazzi nelle scuole, dall’altro studiosi, esponenti religiosi e associazioni di genitori ritengono la materia troppo delicata per poter essere esposta in classe. Così si rischia di lasciare ancora e sempre di più soli i nostri giovani. Da alcuni studi fatti dall’Oms, dall’Unesco e da altri organismi internazionali risulta che i giovani hanno, nei confronti del sesso, un atteggiamento improvvisato. Cioè conoscono una serie di notizie che provengono dal loro stesso mondo o da internet. Se ne parla poco in famiglia, non se ne parla per niente a scuola. Le conseguenze sono gravi perché si verificano gravidanze indesiderate, è poco frequente l’uso del profilattico col rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili e ancora peggio si rischiano tutta una serie di comportamenti che portano all’abuso sessuale, alla prevaricazione dei sessi e all’intolleranza verso la diversità.

Oggi poi la situazione è aggravata dall’esistenza dei social, che sono stati protagonisti di una spettacolarizzazione negativa del sesso: in più di una circostanza appaiono video o foto di stupri di gruppo e di atti sessuali con conseguenze devastanti per chi ne è stato vittima. Senza pensare solo agli aspetti negativi, anche solo parlare della masturbazione è ancora difficile. Rimane un atto che si compie in segreto, accettata forse tra i maschi. Ma per quanto riguarda le donne, una confidenza del genere è molto difficile da fare anche alla propria migliore amica. Sembra che tutte quelle conquiste ottenute nel corso degli anni passati per avere un clima più sereno nei confronti della sessualità si siano affievolite nelle mani delle nuove generazioni, che si ritrovano una libertà difficile da gestire e da comprendere. È dunque opportuno prevedere un’educazione sessuale a scuola perché evidentemente c’è bisogno di un sistema di insegnamento di alcune regole fondamentali, da proporre ad ogni nuova generazione in modo tale da creare una società omogenea nei valori e nel comportamento verso il sesso. Ci sono generazioni di donne e di uomini che hanno imparato a dialogare con il proprio corpo e con le sue esigenze, sono stati educati al rispetto reciproco e della diversità e della valorizzazione dei sentimenti; poi ci sono generazioni che sono state lasciate a se stesse, perché parlare di sesso non era più di moda, l’argomento si era esaurito e soprattutto i genitori erano e sono sovente distratti da alcuni problemi che loro stessi non sanno affrontare nell’ambito della coppia e della famiglia e della relazione . Dunque l’educazione sentimentale e sessuale è una forma di educazione che deve essere rinnovata nel tempo.

Dobbiamo poi sapere che per quanto riguarda i paesi dell’Unione Europea tutti tranne Italia, Bulgaria, Cipro, Polonia, Romania hanno reso obbligatoria l’educazione sessuale nelle scuole. Nel Regno Unito nel febbraio 2015 i parlamentari inglesi hanno chiesto che l’educazione sessuale divenisse obbligatoria nella scuola primaria e secondaria. I primi della classe in materia sono i paesi scandinavi, l’Olanda, la Francia e la Germania. Questi paesi si sono dotati di programmi che puntano a ritardare l’età del primo rapporto sessuale, ridurre la frequenza di attività non protette, incrementare l’uso di precauzioni per evitare gravidanze non volute e malattie. Ma anche a riconoscere e smontare gli stereotipi alla base delle discriminazioni di genere e quelli legati all’orientamento sessuale, ad acquisire consapevolezza dei diritti umani, avere rispetto ed empatia per gli altri, costruire relazioni basate sul rispetto. In Italia le proposte però non hanno portato mai a nulla di fatto. Bisogna educare i giovani alla complementarietà tra uomo e donna e alla valorizzazione di un rapporto umano e rispettoso tra i sessi e fare della scuola una comunità inclusiva volta al “superamento di tutte le discriminazioni”. Il comma 16 della legge 107/2015di Riforma su “La Buona Scuola” così recita: “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”.

Tre righe che hanno scatenato l’inferno e tuttora è al lavoro una commissione occupata a delineare delle linee guida che riempiano questo testo di significato. Nel frattempo tutto il discorso sull’educazione sessuale nelle scuole è nelle mani dei singoli dirigenti scolastici.Ma tutto si risolverebbe con una buona alleanza tra territorio e scuole e dunque tra aziende sanitarie e istituti scolastici di ogni ordine e grado promuovessero nell’ambito di una saggia e rinnovata educazione civica una vera e propria educazione sentimentale scientifica, pratica e priva di deleteri silenzi e omissioni, raccogliendo quel messaggio di verità e di coraggio di Papa Francesco .

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