Fa scorrere via i maccheroni e conserva l’acqua. Questo è lo scolapasta-Italia che investe nella formazione dei ragazzi e li regala, belli e pronti, ai mercati esteri del lavoro. Un’emorragia che non si arresta, anzi aumenta di anno in anno. Lo conferma il Fondo Monetario Internazionale che sottolinea come il tasso di emigrazione sia vicino ai massimi degli ultimi 50 anni.
Un fenomeno del quale abbiamo parlato con Gianfilippo Aldegheri sul mensile PRIMOPIANOSCALAc. Leggi l’interista di Telos A&S. Gianfilippo si è trasferito in Inghilterra per cogliere opportunità che in Italia non era riuscito nemmeno a sfiorare, dopo essersi laureato e aver fatto varie esperienze all’estero. Aldegheri sarebbe dovuto essere una risorsa da non farsi scappare. Invece, il sistema dello scolapasta al contrario ne ha favorito il passaggio verso altre mete: “Nel breve periodo in cui sono stato in cerca di occupazione, in Italia, non potendo contare sui famosi ‘contatti’, mi sono spesso sentito come un candidato di serie B. Il nepotismo è una vera e propria piaga nel nostro Paese”.
Intendiamoci, la rete di relazioni è importante, ma non può essere la sola base sulla quale fondare una carriera. Questo non vale solo per i giovani in cerca di lavoro che, tranne poche eccezioni, non conoscono nessuno, ma vale anche per quei professionisti che sostituiscono le proprie mancate competenze con un’agenda ricca dei numeri di telefono di quelli che contano. Anche in questo caso lo scolapasta funziona al contrario: premia le relazioni e ostruisce il passaggio dei contenuti e delle reali capacità.
Il quadro che ne viene fuori è quello di un Paese dove le energie si concentrano nella spasmodica ricerca del “chi conosco?”, invece che su “quali contenuti ho da offrire?”. Uno scolapasta che trattiene le relazioni e lascia andare via il merito.
