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Cosa frulla in testa a Di Maio dopo la proposta leghista di matrimonio per le europee

LUIGI DI MAIO

Con tempismo e nonchalance, con un perfetto assist fra il presidente della Commissione Bilancio Claudio Borghi e il leader Matteo Salvini, la Lega ha buttato ieri sul tavolo la sua proposta choc agli alleati pentastellati: l’aggregazione al gruppo parlamentare degli eurocririci di cui Salvini dovrebbe essere il deus ex machina dopo le elezioni europee del 26 maggio.

Una mossa politica da manuale sia perché fatta con una tempistica “ad orologeria”, sia perché è destinata a esasperare ancora di più i conflitti e le contraddizioni interne del Movimento. Il tutto poi condito da parole che, indipendentemente dall’intento con cui sono state pronunciate, hanno un po’ il sapore di una caramella al miele messa in bocca ad un condannato al patibolo: “Con Luigi – ha detto Salvini – viviamo una storia d’amore che è destinata a non finire mai”.

Amore e Morte, appunto. O anche “il bacio della morte” di cinematografica memoria. Anche se alla fine potrebbe essere mors tua vita mea: una “dolce morte”, anche se i leghisti sono contro l’eutanasia. Metafore e richiami a parte, quel che è certo è che non è Salvini che sta fregando i Cinque Stelle, non abbiamo un’idea così semplicistica della politica. È la logica stessa della politica che, almeno in questo momento, sembra creare occasioni d’oro al leader leghista, il quale non fa altro che approfittarne con estrema sagacia.

Certo, se Di Maio accettasse la proposta Borghi-Salvini, esaspererebbe ancora di più le divisioni interne del Movimento, portandolo forse persino alla scissione. Ma critica è anche la situazione che sembra profilarsi a livello europeo, ove allo stato attuale difficilmente i pentastellati riuscirebbero a formare, con i movimenti e i partiti con cui hanno più contatti e affinità, un gruppo autonomo. D’altronde, una eventuale accettazione della proposta leghista avrebbe un senso sia ideale, essendo cementata dal comune euroscetticismo, sia servirebbe a rinforzare ulteriormente l’alleanza nazionale di governo.

Scelte difficili quelle a cui Di Maio è chiamato. Quel che è certo è che la situazione è in movimento e il sistema politico, non solo italiano ma anche europeo, è alla ricerca di nuovi equilibri e di nuove sintesi politiche.

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