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La protesta dei venezuelani a Montecitorio. Chi c’era e cosa si è detto

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Sono arrivati a Piazza Montecitorio per fare sentire la loro voce e non smetteranno finché il governo italiano non riconoscerà Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. Dalle 10 alle 13, i venezuelani residenti in Italia, provenienti da molte città, hanno protestato per chiedere all’Italia che riconosca il governo di transizione, in attesa di nuove elezioni democratiche e libere.

La manifestazione è organizzata dal Comitato di rappresentanza dei venezuelani in Italia, coordinato da Assunta di Pino, Luisa Ceccarelli ed Eugenia Colmenares; e dal Comitato Cosmo de la Fuente, da anni attivi nella raccolta di medicine per il Venezuela.

“Il Comitato esprime la propria indignazione in merito all’astensione dell’Italia nella mozione presentata dalla Comunità Europea per il riconoscimento di Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela – si legge in un documento dell’organizzazione -. Facendo seguito alla dichiarazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si sottolinea la necessità e l’urgenza di dovere intervenire senza indugi nel distinguere tra democrazia e la violenza del regime che attanaglia il Paese”.

I manifestanti hanno voluto esprimere in Parlamento il bisogno che siano indette nuove elezioni in Venezuela “esclusivamente dopo il ripristino di un clima di legalità e trasparenza mediante la presidenza ad interim di Juan Guaidò, legittimato dagli articoli 233, 333, 350 della Costituzione venezuelana”.

Dopo la protesta in piazza, il comitato ha consegnato una lettera destinata al premier Giuseppe Conte con più di 18mila firme, e ha incontrato un gruppo di parlamentari: Fabio Porta, Stefano Bertacco, Ivan Scalfarotto, Lia Quartapelle, Maurizio Martina, Piero Fassino, Adolfo Urso, Pierferdinando Casini, Antonio Tajani, Ettore Rosato, Mara Carfagna, Antonio Iannone.

Qui le foto di Eugenia Colmenares

venezuelani a montecitorioAll’evento era presente il rappresentante del governo ad interim per gli aiuti umanitari in Europa, Rodrigo Diamanti Vidaurre, che ha ricordato l’accoglienza degli italiani  in Venezuela nel dopoguerra: “Il Venezuela è stato costruito dagli italiani. Ci sono 800 piazze dedicate a Simón Bolívar qua in Italia. Perché quando quelli italiani sono tornati qui, hanno voluto ricordare tutto il lavoro fatto là. L’Italia e il Venezuela sono quasi lo stesso Paese. E noi dobbiamo farlo sapere a questo governo, così come il dolore e la sofferenza di un popolo intero”.

Diamanti Vidaurre ha sottolineato che in questo momento le opinioni non dovrebbero trovare spazio: “Il governo italiano dovrebbe solo leggere la Costituzione venezuelana, che è così chiara che ha permesso quest’alleanza mondiale. Perché si basa sulla Costituzione, sulla conoscenza delle sofferenze del popolo e la volontà di ritrovare la democrazia”.

“Noi abbiamo di fronte una grande opportunità – ha aggiunto – dopo tanta sofferenza possiamo ritrovare la democrazia. Sono sicuro, mi aspetto, che tutta l’Italia che oggi già ci appoggia, spinga perché questo governo ci riconosca. Noi dobbiamo anche contribuire concretamente. Tra poco comincerà una raccolta di aiuti umanitari in tutto il mondo per inviarli in Venezuela. Questo è l’unico modo di aiutare le persone in difficoltà. Il tempo della politica non è lo stesso tempo dei bambini che stanno morendo di fame. […] Qui abbiamo un impegno molto importante, dobbiamo parlare tutti i giorni affinché l’Italia riconosca Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. Resteremo qui finché questo accada”.

(Foto: Mariana Iovino)

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