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Chi è Giorgio Saccoccia, il prossimo presidente dell’Agenzia spaziale italiana

Ingegnere aerospaziale classe 1963, attuale capo della divisione Propulsione spaziale dell’Estec, il “cuore tecnico” dell’Agenzia spaziale europea  (Esa). È il profilo di Giorgio Saccoccia, per la cui nomina alla presidenza dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) dovrebbe mancare solo l’ufficialità, una questione di pochi giorni al massimo. Il decreto del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti farà difatti un passaggio anche al Consiglio dei ministri. Poi, l’avvicendamento con Piero Benvenuti, il commissario straordinario arrivato a novembre in seguito alla revoca della seconda presidenza a Roberto Battiston. Se tutto verrà confermato, in cima alla lista delle priorità Saccoccia troverà la preparazione della posizione italiana alla ministeriale dell’Esa, in programma il prossimo novembre a Siviglia. Dai lanciatori ai programmi scientifici, gli interessi del Bel Paese sono molti.

IL CURRICULUM

Un profilo di scienza ma anche manageriale quello di Saccoccia, proprio come era stato indicato dai vertici politici al comitato di esperti (coordinato da Amalia Ercoli Finzi) chiamato a presentare al numero uno del Miur la cinquina di papabili nuovi presidenti. Laurea in ingegneria aerospaziale a Pisa e poi un master in Business administration alla Webster University, in Germania. Nel 1990 l’approdo allo European space research and technology centre dell’Agenzia europea, con diversi incarichi fino a quello attuale, che lo vede guidare la divisione impegnata in propulsione spaziale e aero-termodinamica, responsabile per le attività di ricerca e sviluppo nel campo.

LE ATTIVITÀ

Scorrendo il curriculum si nota l’attività di consulenza per la Bombrini-Parodi-Delfino (BPD), poi diventata Avio, l’azienda di Colleferro specializzata in lanciatori spaziali, responsabile del gioiello made in Italy Vega. Numerose le presenze dei comitati scientifici di enti del settore spaziale, ad esempio nell’American association for aeronautics and astronautics (Aiaa) e nel Centro italiano ricerche aerospaziali, il Cira di Capua.

LA GOVERNANCE NAZIONALE

La roadmap per il nuovo presidente dell’Asi è ormai chiara, incardinata dentro la nuova governance nazionale che pone la responsabilità e la gestione della politica italiana per lo Spazio nelle mani di palazzo Chigi, ora delegata dal premier Giuseppe Conte al sottosegretario Giancarlo Giorgetti. A quest’ultimo spetta il compito di presiedere quel Comitato interministeriale (il Comint, supportato dall’ufficio del consigliere militare della presidenza del Consiglio Carlo Massagli) che nella sua terza riunione di febbraio ha approvato gli “Indirizzi del governo in materia spaziale e aerospaziale”. Su questi, proprio l’Asi è chiamata ad elaborare il “Documento strategico di politica spaziale nazionale” che poi il suddetto Comint sarà chiamato ad adottare. Nel Comitato, l’Asi svolge un ruolo di supporto tecnico-scientifico, acquisendo invece diritto di voto nella “Struttura di coordinamento” (anch’essa incardinata a palazzo Chigi) di cui il Comint si avvale per i lavori preparatori.

LE SFIDE IN VISTA

Tutto questo sarà utile per coordinare gli sforzi in vista di quello che è considerato l’appuntamento dell’anno in ambito spaziale: la riunione dei ministri dei Paesi membri dell’Esa. A novembre, a Siviglia, si definirà il futuro dello Spazio europeo, con il conseguente bisogno di difendere interessi e rafforzare posizioni, una priorità già espressa dal sottosegretario Giorgetti e dal professor Benvenuti. Tra l’altro, poche settimane fa, quest’ultimo aveva invocato “continuità” nel gestire la partita “a prescindere dalle nomine che arriveranno”. D’altra parte, Benvenuti dovrebbe conservare il ruolo di “capo delegazione italiana presso il Council dell’Esa” per “gestire i negoziati previsti fino a novembre 2019” (stando a quanto illustrava a metà febbraio palazzo Chigi).

LA TABELLA DI MARCIA

Per l’appuntamento europeo, “il nostro interesse dal punto di vista industriale sarà prima di tutto di contribuire all’accesso europeo allo spazio”, spiegava Benvenuti sull’ultimo numero di Airpress. “Sui lanciatori, il programma Vega andrà sostenuto e difeso nella giusta competizione con Ariane, necessariamente complementare e non alternativo al vettore italiano”. Un tema che Saccoccia dovrebbe conoscere piuttosto bene, visto il ruolo europeo e l’expertise nel campo della propulsione. Poi, aggiungeva Benvenuti, “siamo inoltre molto interessati al programma Space rider, la piccola navicella spaziale capace di rientrare autonomamente”, senza dimenticare la difesa del vantaggio acquisito nel campo dell’osservazione della Terra grazie alla costellazione italiana Cosmo-SkyMed, da far valere anche nelle prossime “sentinelle” del sistema europeo Copernicus.

LA MISSIONE PRISMA

Ma nel campo dell’osservazione della Terra l’Italia sta precorrendo i tempi anche nell’innovativo segmento dell’iperspettrale. Le indiscrezioni sulla nomina di Saccoccia arrivano in questo senso a poche ore da un appuntamento importante: il lancio del satellite tutto italiano Prisma. Il Precursore iperspettrale della missione applicativa partirà nella notte dalla Guyana francese, con l’obiettivo di osservare la Terra dallo Spazio attraverso un’innovativa strumentazione elettro-ottica, un nuovo e attento occhio dallo Spazio. Per la missione targata Asi, il satellite è stato sviluppato da un raggruppamento di imprese guidato da OHB Italia e Leonardo, mentre il centro di controllo è stato realizzato da Telespazio, con l’acquisizione e l’elaborazione dei dati che avverrà dal Centro spaziale di Matera. Ad accentuare il carattere made in Italy della missione c’è il vettore che la porterà in orbita: Vega, il lanciatore di  Avio.

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