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La battaglia dell’Europa contro le fake news

Bruxelles ha dichiarato guerra alle fake news. Perché la campagna elettorale è in rete e l’Unione europea è consapevole della grande quantità di informazione falsa diffusa su Internet.

Secondo un sondaggio di Eurobarometro pubblicato dal quotidiano Abc, tra febbraio e marzo del 2018, il 37% dei cittadini europei ha confermato avere letto notizie false quasi tutti i giorni, mentre otto su 10 credono che questo tipo di contenuto rappresenti un pericolo per il sistema democratico.

Per questo motivo l’Unione europea ha chiesto a Facebook, Google e Twitter di offrire “informazione in maniera più sistematica”, per dare la possibilità di verificare il sistema di annunci e “comprendere meglio l’efficacia delle azioni contro robot e falsi account”, da quanto si legge in un un comunicato congiunto dei commissari europei Julian King, Vera Jourova, Mariya Gabriel e Andrus Ansip,

Il consigliere europeo per la Sicurezza, King, ha scritto su Twitter: “È stato inaugurato il nuovo Sistema di Allerta Veloce dell’Ue per combattere la disinformazione; è positivo vedere coinvolti  rappresentanti di tutti gli Stati membri. È fondamentale lavorare insieme per frenare chi vuole manipolare le prossime elezioni”.

Per frenare le interferenze durante la campagna elettorale per le elezioni del Parlamento europeo a maggio del 2019, la Commissione europea ha stanziato milioni di euro e ha chiesto alle grandi piattaforme digitali, partiti politici e autorità di aumentare gli sforzi congiunti contro le fake news. Twitter, Facebook e Google hanno firmato un codice di condotta a settembre con il quale si impegnano a combattere la disinformazione.

“La lotta contro la disinformazione è molto dura – ha spiegato all’Abc Alexandre Alaphilippe, co-fondatore di Eu DisinfoLab, un’ong con sede a Bruxelles contro le fake news -. È molto importante tenere conto dei cinque punti basilari della democrazia: settore pubblico, privato, ong, accademia e stampa. Con questi cinque elementi manteniamo il controllo e il bilancio […] I politici non possono guidare la battaglia contro la disinformazione, non sarebbe credibile”.

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