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Sulla Cina il governo chiarisca in Parlamento. Le mosse Pd spiegate da Alfieri

Alessandro Alfieri, capogruppo del Pd nella Commissione Esteri del Senato, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo di chiarire le prossime mosse sugli accordi con la Cina.

Senatore, è preoccupato per come l’esecutivo sta gestendo la questione?

“Come gruppo Pd abbiamo chiesto al governo di venire a chiarire la reale posizione dell’Italia sulla ‘Via della Seta’, al di là delle estemporanee dichiarazioni dei diversi esponenti politici della maggioranza gialloverde. È un tema delicato, le forti divisioni tra M5s e Lega rischiano di minare la credibilità del nostro Paese. Servono chiarezza e trasparenza, e non sui media o sui social, ma in Parlamento, il luogo deputato per discutere della politica internazionale del nostro Paese”.

L’altro giorno il Mise di Di Maio ha inviato un comunicato in cui afferma che il progetto del Dragone per gli investimenti in Italia non riguarda la rete 5G. Eppure, nel Memorandum – come scoperto da Formiche – è inserita esplicitamente la parola “Telecomunicazioni” tra i settori di interesse. Bugia o sprovvedutezza?

“La tutela degli asset strategici nazionali, e in particolare la protezione dei dati sensibili che riguardano il nostro Paese, è una questione talmente delicata da non consentire né menzogne né comportamenti sprovveduti. La nostra posizione è che gli investimenti nella rete 5G vadano esclusi dal Memorandum of Understanding. Adesso ci aspettiamo la stessa chiarezza dal governo”.

Gli americani sono sempre più preoccupati dalla pervasività cinese in Italia. A rischio c’è anche la possibilità di condividere con i nostri storici alleati informazioni di intelligence. Come si può coniugare la posizione euro-atlantica dell’Italia con queste aperture alla Cina che gli Usa vedono come il loro più grande competitor?

“Gli americani fanno la loro parte per difendere i propri interessi e prerogative e noi dobbiamo fare la nostra, ben sapendo qual è la storica collocazione geopolitica dell’Italia e rispettando i punti cardinali imprescindibili della politica internazionale del nostro Paese: l’Unione europea e la Nato. Stando all’interno di questa cornice è corretto mettere in campo tutte le iniziative che possano aiutare le nostre imprese sul mercato cinese e incentivare gli investimenti diretti in Italia”.

Ieri a Strasburgo i parlamentari di Lega e M5s, ma anche una quota di europarlamentari Pd, hanno votato contro la risoluzione nei confronti della Russia con la possibilità di nuove sanzioni a Mosca. L’Italia si sta spostando sempre più verso Oriente?

“Al di là della propaganda, per ora l’atteggiamento del governo Conte verso la Russia e la Cina, nella sostanza, non è cambiato. Con una differenza da tenere ben presente: nei confronti della Russia ci sono sanzioni definite a livello europeo, che non vedono invece coinvolgere la Cina. Le sanzioni nei confronti della Russia rimangono e anche questo governo, al pari di quelli che lo hanno preceduto, non le ha mai fino in fondo messe in discussione. Ciò non toglie che l’Italia possa costruire in modo utile, all’interno dell’Ue, un clima positivo per migliorare i rapporti tra le piccole e medie imprese europee, tra cui quelle italiane, e le pmi russe. E’ chiaro però che le dichiarazioni degli esponenti di punta del governo, spesso contrastanti sui temi di politica estera, stanno provocando una perdita di credibilità dell’Italia e un nostro crescente isolamento a livello internazionale”.

Il Pd ha la forza per correggere le manovre del governo che rischiano di pregiudicare la storica collocazione geopolitica nelle alleanze aprendo a Paesi dell’Est come Cina e Russia?

“Noi stiamo combattendo la nostra ferma battaglia di opposizione in Parlamento e nel Paese. Facciamo e faremo di tutto perché l’Italia tenga la barra dritta e continui a muoversi nella cornice euroatlantica e nella dimensione europea, che rappresentano il faro della nostra politica estera”.

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